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Cofferati e Moretti: biografie parallele di due girotondini pentiti

I camaleonti

21/05/2008  

Roma, 21 mag. (Apcom) - "Esercitare la vocazione maggioritaria non è arroganza né un tentativo di isolarsi. E' più pericoloso pensare che non vinceremo mai, quella è vocazione minoritaria". Il sindaco di Bologna Sergio Cofferati non è affatto d'accordo della nuova politica delle alleanze rilanciata da Walter Veltroni dopo l'incontro di lunedì con Sinistra critica. Cofferati spiega, in un'intervista a Repubblica, che per qualsiasi alleanza "la discriminante deve essere quella a governare".

Non è detto che a livello locale non si possano realizzare alleanze sullo stile del vecchio centrosinistra ma, osserva Cofferati, "partire dalle alleanze è pura conservazione e indebolisce la nostra credibilità. L'elettorato moderato che domani potrebbe essere disponibile a votarci non lo farà se saremo alleati con quelle forze". Insomma, conclude Cofferati, "che errore se invece di incalzarli tornassimo alla logica delle alleanze 'a prescindere'".

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Alla fine la poltrona di sindaco logorò anche Cofferati!

Da probabile leader di un più vasto movimento di Sinistra, se non addirittura del “Grande Ulivo”, sua l’idea e il nome, a sindaco. 

Memorabile la manifestazione al Circo Massimo di Roma con tre milioni di italiani convenuti in quel luogo con decine di cortei che partivano da decine di  punti Roma a ripetizione; memorabile la sua presa di posizione al penultimo congresso dei DS a Pesaro del 2001 contro il duo Fassino D’Alema, quando nel suo intervento spiegava che cosa significa riformista; memorabile la disfida in una trasmissione di Santoro dove il “Cinese” stracciò D’Alema con la sua stessa arma, il sarcasmo; memorabile la sua incoronazione a leader unico del nuovo corso della sinistra da parte di Nanni Moretti a PalaVobis di Milano quando si scagliarono, a cominciare da Piazza Navona, "contro la Burokratia” 

Oggi sarà l’effetto della mostra del cinema fortissimamente voluta da Veltroni per l’uno, sarà l’effetto della poltrona di sindaco per l’altro, ma il tandem Moretti-Cofferati ha scavalcato a destra non solo Fassino e D’Alema,  ma anche, è proprio il caso di dirlo, il Barack Obama all’amatriciana. 

Le ultime dichiarazioni di Cofferati, sopra riportate, che fanno pendant con l’articolo apparso il giorno prima delle elezioni su Repubblica di Nanni Moretti sull’entusiasmo per il PD (compresi Fassino, Rutelli D’Alema, Veltroni cioè la burokratia, con l’aggiunta della Binetti e altre amenità del genere) invitano a emarginare la sinistra, ora definita radicale, ora critica, ora qualsiasi cosa purché suoni come un insulto: una sinistra da espellere come  ROM della politica, tanto che in Italia ormai sono accampati fuori dalle istituzioni che contano, in attesa di espellerli anche dalle istituzioni europee alla prossima tornata elettorale del 2009, innalzando il dazio doganale della democrazia al 5% o magari meglio all’8%. 

Chissà se questa rivoluzione (o involuzione?) cofferatiana è il frutto della depressione di quello che fu un grande leader sindacale che seppe parlare alle coscienze dei proletari iscritti e non solo alla CGIL, mentre oggi non riesce a governare il qualunquismo politico che avvolge Bologna come tutta l’Italia d'altronde, come sanno fare benissimo invece i berlusconidi eletti a capo di quasi tutti gli enti locali. 

Non riuscendo a riprendere il bandolo sulla microcriminalità, sull’immigrazione clandestina, cosa che invece sapeva fare benissimo quando ricopriva il ruolo di semplice “parlatore”, è in preda al panico perché vede bussare alle porte del palazzo di governo della sua città, dov’è assediato, non i fascisti dell’ex MSI, cosa più o meno ideologicamente accettabile, anche perché questi anche se fascisti una scuola di partito ce l’hanno, ma addirittura le Lega. 

C'è da rabbrividire pensando che Cofferati pensi che un iscritto alla sua ex CGIL è antico perché cerca di interpretare questi fenomeni alla luce delle pagine scritte dal filosofo Marx, mentre quei buntemponi dei lumbard che si vestono con armature medievali, che imbracciano  alabarde e lance  per scortare Bossi mentre svolge il rito satanico di versare l’acqua del Po  non si sa dove e perchè, sono considerati moderni: gente piccola che non parla nemmeno l’italiano, ma che ostenta orgogliosamente il suo parlare la lingua dei barbari.
Chissà se Nanni Moretti rifarebbe film come il Portaborse, come Aprile, come il Caimano. 

Credo che il prossimo film Moretti dovrebbe dedicarlo alla biografia parallela sua e di Cofferati e in questo caso il titolo dovrebbe essere: I Camaleonti.

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