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Economia La colossale bufala della crisi finanziaria Se muore il comunismo, muore e basta, mentre se muore un capitalismo se ne fa un altro 09.08.2008 "Il libero mercato è in grado di autoregolarsi" - "Il libero mercato porta alla migliore allocazione delle risorse" - "Lassaire faire, lassaire passaire" "Il modello neoclassico dell'economia è un modello apolitico. Non è né di destra né di sinistra, è semplicemente il modella naturale dell'economia". E si potrebbe continuare in questa sfilza di banalità, di questi assiomi tanto apodittici quanto falsi. Il dramma sta nel fatto che non sono frasi fatte di quattro yuppies da talk show del tipo "porta a porta", ma sono cose scritte e riscritte sui manuali di economia, dove la gente studia e si prepara a sua volta a perpetrare queste stupidaggini. Ma le affermazioni riportate poco sopra possono tradursi semplicemente in una legge: che il capitalismo si basa sulla legge della giungla. Quante guerre sono state scatenate, quanti morti ammazzati dall'inedia, quanta gente muore di sete per frasi del genere non è dato di saperlo. Una cosa è certa: le vittime di questa teoria sono di gran lunga più numerose delle vittime dell'olocausto e quelle delle purghe staliniane messe insieme. Invece l'unica cosa vera è questa: il mercato lasciato libero di muoversi porta allo sbranamento reciproco, alle guerre, alla ricchezza spudorata dei pochi e alla povertà dei molti. Questo è scritto nelle pagine della storia. La crisi dei mutui, dei prodotti finanziari "derivati", è una di quelle crisi ricorrenti nel capitalismo che serve a spremere il parco buoi sul quale il capitalismo si è sempre basato, e che la finanziarizzazione dell'economia ha reso molto più semplice: oggi basta un semplice "click". Quando poi si è premuto un poco di più sull'acceleratore e non solo il parco buoi ci ha rimesso le penne, ma salta per aria qualche banca o qualche corporation allora anche nella liberista America si invoca il "soccorso rosso" dello stato. Sicché le borse scendono perché Bush, con la sua legge salva-banche, viene definito "comunista" dal "Wall Street Journal", poi, quando il congresso americano non approva la legge salva-banche le borse scendono di nuovo perché il soccorso rosso è stato fermato. Il salvataggio di aziende private di grandi dimensioni (p.es ieri l'Alfa Romeo, oggi l'Alitalia) o la nazionalizzazione di industrie strategiche che opera(ravano) in regime di monopolio (p. es. ENEL - oggi di nuovo in mercato di concorrenza), non sono il "male assoluto", ma l'unico sistema per cui uno stato garantisce sviluppo ed equità sociale. Se poi queste aziende sono diventate serbatoi elettorali, feudi dei boiardi di stato, luoghi in cui dare libero sfogo agli appalti truccati, luoghi in cui sistemare gli amici degli amici, parenti ed amanti, questo non ha nulla a che vedere con la bontà del l'economia "mista", dove interagiscono l'imprenditore pubblico e l'imprenditore privato, ma per questi casi patologici c'è il codice penale. E, sia detto per inciso, laddove l'imprenditore pubblico ha dato prova di essere più bravo dell'imprenditore privato perchè spesso ha preso industrie saccheggiate dal privato, le ha risanate, ha impedito tensioni sociali, poi le ha rivendute al privato (vedi il caso Alfa Romeo). Lo stato liberista in economia, ma interventista in magistratura comporta seri problemi al corretto funzionamento del sistema economico. Bertrand Russel, insospettabile matematico, diceva che oggi (prima metà del '900) il sistema economico mondiale, se vuole, è in grado di sfamare l'intero pianeta. Cosa sono infatti le crisi di sovrapproduzione industriale? Cosa sono infatti il conferimento all'ammasso di prodotti agricoli? Cosa sono infatti le quote del latte?
Cosa significa infatti l'abbattimento di un certo numero di bovini per ogni nazione aderente all'UE? Ma da che mondo è mondo si sono socializzati i costi, risanando aziende ridotte alla bancarotta da certi manager (termine che sempre di più diventa sinonimo di imbecille) e poi si rivendono a manager che rimettono in moto il meccanismo perverso: una sinusoide di alti e bassi, dove gli alti sono determinati dai risanamenti statali e i ribassi dalla incompetenza degli attori del libero mercato. Questa è la storia economica mondiale, bellezza! La contrapposizione è, quindi, fra chi pone al centro del sistema economico il profitto e chi invece pone l'uomo. Sono gli uomini, le donne i bambini la variabile indipendente intorno alla quale il sistema deve ruotare. E se in questa visione del mondo vi sono degli effetti perversi, come ci sono stati, è nelle aule di tribunale che vanno risolti, altro che lodo Alfano. Diritto ed economia, cioè supremazia dell'interesse collettivo e benessere vanno di pari passo. Questo è il socialismo, che poggia su un'unica idea guida: il principio di eguaglianza. |
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