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Sinistra Movimento? Associazione? No, Grazie! Basta con la politica delle mani libere: vogliano un partito vero!!! 16/11/2008 Sembra la canzone “dell’alligalli” di Edoardo Vianello: “Se prima eravamo in dieci a ballare l’alligalli, adesso siamo in nove a ballare l’alligalli” e la canzone continua via via finché ne rimane uno solo. Questa delle elezioni europee e del rinnovo delle province è forse l’ultima chiamata, dopodiché ho l’impressione che per il mondo della sinistra non resterà che prendere atto di essere un elemento residuale della società moderna, ormai pervasa dai (dis)valori. Perché anche Don Chisciotte si stanca di rimanere tale a vita, prima o poi rinsavisce e chi vivrà vedrà. Chi proprio non vorrà arrendersi, qualche falce e martello la troverà sulla scheda elettorale; qualcun altro, per lo schifo che nutrirà nei confronti di quella allegra brigata posta su da Berlusconi, in base a suoi criteri aziendali, ai suoi problemi giudiziari, e anche in base a criteri mignottocratici, si turerà il naso e cederà al voto utile o strizzerà l’occhio a Di Pietro; altri infine andranno ad formare la nuova schiera degli astenuti, che non rappresenterà più la schiera degli indifferenti (perché il centro-destra il modo per mandare a votare quella folta schiera di qualunquisti lo ha trovato – controllare il trend in discesa dell’astensionismo, che è un fatto stranissimo in tempi di maggioritario e addirittura di liste bloccate): fra la schiera degli astenuti (politiche dell’aprile 2008 insegnano) molti saranno gli orfani del mai nato partito della sinistra italiana. Non si può non riconoscere il valore e la difficoltà del lavoro che si sta svolgendo in queste settimane nell’area di Sinistra Democratica e l’area vendoliana di Rifondazione, però… abbiamo due persone qualitativamente con un passato politico ineccepibile, che hanno dimostrato, ognuno per il ruolo che sinora ha ricoperto, di saper portare avanti e far diventare operative le idee nelle quali hanno sempre creduto; c’è nel territorio qualcosa di più di un embrione, in qualche caso veri propri organismi strutturati che sono in attesa di avere un nome e un cognome; c’è nel paese una vasta area di cittadini, padri, madri, studenti, universitari che sta lottando contro il ritorno al passato, imposto dalle leggi delle destre al potere e sta cercando di contrastarlo; c’è nella giustizia giudicante, un po’ perché vengono adottate leggi ad hoc, un po’ perché l’aria che tira è quella che è, un adeguarsi alla logica del “porto delle nebbie”, perché gravissime responsabilità vengono fatte pagare solo a qualche picciotto; c’è nel parlamento italiano una forza politica che di fronte a tutto questo è, ad essere generosi, balbuziente, dilaniata com’è fra la Binetti e la Bonino, con un segretario che ogni giorno che passa sembra sempre di più un pugile alle corde che difficilmente finirà in piedi il round, e, conscio di ciò, tenta di cannibalizzare l’ultimi esseri viventi di sinistra, e noi chi stiamo aspettando? “Di assemblea in assemblea”, alle quali puntualmente veniamo,“di dichiarazione d’intenti da sottoscrive in dichiarazione d’intenti da sottoscrivere”, che puntualmente sottoscriviamo (anche se, in verità, siamo sempre di meno, come quelli dell’alligalli) ogni volta sembra che l’ora “X” stia finalmente per scoccare, che gli impegni presi sono irreversibili, e invece c’è sempre qualcuno che prima fa “go” e poi fa “stop”.
E’, o
sarebbe, comprensibile che qualcuno, che prima fa fughe in avanti poi brusche
frenate, cerchi anche di capire che ne sarà del suo futuro politico: se un
nuovo partito gli garantirà almeno un posto in parlamento, oppure se il non
impegnarsi sino in fondo in nuovo progetto possa poi, come dire, sfociare in
un’accomodation nel partito
democratico, per carità, in posizione
critica, combattendo la deriva
centrista dall’interno, insomma ricercando una frase che gli possa salvare
anima e faccia… Mai dire mai in politica, ovviamente, ma, per fortuna, molti di coloro che sono rimasti in Sinistra Democratica, da tempo, hanno smesso di seguire gli uomini, preferiscono seguire le idee, le loro idee, ma sperano non “donchisciottianamente”. Se volete saperla tutta, a Fava e Vendola mandiamo a dire che, sulla base di quello che si dice nelle nostre sezioni, prima che la canzone “dell’alligalli” finisca, vogliamo un partito della sinistra, che sia un partito vero, con un programma vero, con un segretario vero, nel quale, noi crediamo, possono tranquillamente tesserarsi comunisti e socialisti: tanto state pur certi che i problemi che si posero a Livorno nel gennaio del 1921, forse qualcun altro se li porrà, ma non prima del gennaio del 3021.
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