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Alliste Il germe del razzismo è nell’ignoranza. Qualche “progetto” in meno e qualche pagina di storia in più contribuirebbero ad alleviare lo stato di decadenza di valori in cui si rotola questa società Dialogo fra due bambini della Scuola Media di Alliste 23.12.2008 Riportiamo il dialogo, purtroppo, vero fra due bambini della Scuola Media di Alliste. Bambino A: “Vieni nella sezione di Sinistra Democratica a vedere la partita della nostra squadra?”
Bambino B: “No, non
posso. Mia mamma dice che non devo frequentare i comunisti”
Avremo ammirato questa mamma se avesse detto
al suo bambino no perché li ci sono dei ladri, oppure dei camorristi, oppure
gente che corrompe, oppure gente che non denuncia gli abusi del potere, oppure
c’è gente che sta costruendo abitazioni abusive scempiando il territorio che io
voglio denunciare alle autorità comunali. Sicuramente, per legge, questa mamma ha frequentato la scuola dell’obbligo e se avesse studiato un po’ di storia, non la grande storia, ma un po’ di quella storia minima avrebbe appreso che il Partito Comunista Italiano era il partito fondato da Antonio Gramsci. Chi era Antonio Gramsci? Non voglio avventurarmi in un discorso sulla complessa figura di Antonio Gramsci, che questa mamma sicuramente non comprenderebbe, ma sarebbe bastato che il professore di storia di questa mamma avesse detto che il suo biografo, Giuseppe Fiori, ha scritto e detto che se si vuole imparare l’italiano perfetto basta leggere le “Lettere dal carcere” scritte da Antonio Gramsci. Già perché Gramsci fu detenuto per ordine di Mussolini nel carcere di Turi, che forse lei conoscerà per le mozzarelle, dove morì, perché? Ma ovviamente perchè era un comunista! Avrebbe appreso che Gramsci, affetto da una grave malformazione fisica, figlio di un umile servitore dello stato, andò a studiare dalla Sardegna a Torino per meriti scolastici, cioè perché troppo intelligente, e che sfidò l’inverno piemontese senza neanche un cappotto; che scriveva lettere alla sua famiglia per avere qualche soldo per sfamarsi. Se questa mamma avesse studiato un po’ di storia avrebbe appreso che il più grande sindacato italiano, la CGIL, fu fondato da un grande comunista pugliese Giuseppe Di Vittorio, che non poteva frequentare la scuola perché figlio di una famiglia poverissima; che ancora più piccolo dell’età del suo bambino andava a lavorare e dava i soldi alla madre vedova per comprare il pane e della sua parte, non comprò pane ma un vocabolario di italiano e delle candele per studiare di notte. Il piccolo Giuseppe diventò comunista perché durante uno sciopero dei braccianti la polizia sparò e uccise fra le sue braccia un suo amico, anch’egli bambino. Se avesse studiato la storia questa mamma avrebbe appreso che lei e il suo bambino di undici anni vivono in un paese libero perché i partigiani, per la maggior parte comunisti, liberarono l’Italia dal nazi-fascismo. Perciò, cara signora, il papà del Bambino A non è un appestato, è invece un onesto lavoratore che sente il peso di un’eredità storica complessa, complicata, difficile perché fatta anche di discriminazioni e battute razziste come la sua. Lei, cara signora, forse non sa che poco prima che venissero varate le leggi razziali in Italia sulle vetrine dei negozi c’era scritto “Vietato l’ingresso agli animali e agli ebrei”; che, più di recente, nei paesi dove gli italiani erano costretti ad emigrare per fame c’erano cartelli sulle case che dicevano “Non si affitta agli italiani”; che a Torino negli anni cinquanta sulle case c’erano cartelli che dicevano “Non si affitta ai meridionali”. Sono per questo sicuro che se lei avesse una casa da affittare appenderebbe un cartello di questo tipo “Non si affitta ai comunisti”. Noi comunisti la perdoniamo e la compatiamo perché, così come Gesù disse mentre veniva crocefisso “Padre mio perdona loro perché non sanno quello che fanno”, anche lei ha detto quella cosa al suo bambino per ignoranza. Non so, invece, quanto domani suo figlio potrà perdonare lei per avergli impedito, per la sua ignoranza, di trascorre due ore piacevoli, guardando una partita di calcio, insieme ad un suo amico figlio di un comunista. |
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