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Alliste Revisionismo storico, tra ignoranza e malafede Giù le mani da Jan Palach e dal 25 aprile 14.2.2009 "Legalizzare la mafia sarà la regola del 2000 / Sarà il carisma di Mastro Lindo a regolare la fila / e non dovremo vedere niente che non abbiamo veduto già" Così Francesco De Gregori in una canzone di qualche anno fa. A me questi versi fanno pensare a Dell'Utri e a Berlusconi "Che qui si fa l'Italia e si muore / Dalla parte sbagliata / In una grande giornata si muore /In una bella giornata di sole / Dalla parte sbagliata si muore" questi i versi, sempre di De Gregori, (la canzone è "Il cuoco di Salò") che nella trasmissione "Porta a porta" di un paio di anni addietro fecero invece piangere, di un pianto maschio ovviamente, con tanto di penna spezzata, l'On.le La Russa, attualmente ministro della difesa, che Berlusconi vorrebbe trasformare da difesa del suolo patrio a difesa delle italiche "gnocche" e solo di quelle, che, per la loro grazie, indurrebbero i maschi latini, anche d'importazione, a perdere la testa e giacere, magari pensando che il tutto si possa risolvere come nella canzone di "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" Non sappiamo che cosa esattamente pensava l'autore della sprezzantemente ironica "Viva l'Italia", compresa quella del "12 dicembre del 1969", mentre scriveva l'una e l'altra canzone. Fatto si è che, nella seconda canzone Vespa e La Russa hanno visto una riabilitazione del loro passato di ex fascisti, con chiare simpatie per la RSI, così mirabilmente descritta dal grande Pasolini in "Salò, ovvero le centoventi giornate di Sodoma", Avevo previsto in un articolo del 14 gennaio scorso pubblicato su questo sito, che qualcuno, con tardive abiure e dettate da sincero opportunismo, credendo di ricostruirsi la verginità perduta, avrebbe pensato, dopo anni di oblio, di tirare in ballo Jan Palach. Infatti, oggi, a firma di "Azione giovani" (ex Fronte della Gioventù) è apparso un manifesto in cui, in alto a sinistra, c'e scritto, "una speranza nel cielo d'Europa", che è una libera deformazione di un verso della canzone di Guccini "Primavera di Praga". Le due quartine complete che contengono la frase "una speranza nel cielo di Praga" sono queste: "Dimmi chi sono quegli uomini lenti / coi pugni stretti e con l'odio fra denti; / dimmi chi sono quegli uomini stanchi / di chinar la testa e di tirare avanti; / dimmi chi era che il corpo portava, / la città intera che lo accompagnava: / la città intera che muta lanciava / una speranza nel cielo di Praga." Sfugge al revisionismo ignorante che Guccini in quella canzona chiama Jan Palach, Jan Huz ("Quando la piazza fermò la sua vita / sudava sangue la folla ferita, / quando la fiamma col suo fumo nero / lasciò la terra e si alzò verso il cielo, / quando ciascuno ebbe tinta la mano, / quando quel fumo si sparse lontano / Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava / all'orizzonte del cielo di Praga."). Perché Guccini dice "di nuovo bruciava".Ma chi era Jan Hus, che Guccini nella sua canzone accosta a Jan Palach? Jan Hus (nato a Husinec, 1371 circa e morto, bruciato vivo, a Costanza il 6 luglio 1415) fu un teologo e un riformatore religioso boemo. Scomunicato nel 1411 dalla Chiesa cattolica e condannato dal Concilio di Costanza, fu bruciato sul rogo (Jan Hus, il teologo, scriveva: "Perciò, fedele cristiano, cerca la verità, ascolta la verità, apprendi la verità, ama la verità, di' la verità, attieniti alla verità, difendi la verità fino alla morte: perché la verità ti farà libero dal peccato, dal demonio, dalla morte dell'anima e in ultimo dalla morte eterna." dalla Spiegazione della Confessione di fede, 1412). Come l' "eretico" Jan Hus, l'altro eretico Jan Palach "di nuovo bruciava". Sugli eretici la storia ha scritto parole chiare e così come Jan Hus non era ateo, ma autenticamente cristiano, Jan Palach non era certo fascista. Jan Palach era un pacifista che lottava contro tutte, ma proprio tutte, le tirannie e volerlo mettere nell'album di famiglia di chi ancora l'altro giorno ha ribadito che"Il fascismo non fu il male assoluto ma il fascismo fu un fenomeno più complesso. Molte persone vi aderirono in buona fede e non mi sento di etichettarle con quella definizione" , così Alemanno, sindaco di Roma intervista al corriere della sera 7 settembre 2008 è una bugia colossale. Nella foto affianco (festeggiamenti per l'elezione di Alemanno a sindaco) è chiaro di che cosa stesse parlando Alemanno. Oppure in quello di La Russa che, in qualità di ministro della difesa ha dichiarato, davanti al capo dello stato Napolitano, alle celebrazioni dell'8 settembre scorso, trasformando una ricorrenza antifascista nella celebrazione della Repubblica di Salò "Farei un torto alla mia coscienza se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Repubblica di Salò, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività (sic!) alla storia d'Italia". Nel vostro album di famiglia ci sono i soggetti che sono raffigurati in quest'altra foto a destra, che durante la manifesta-zione contro la riforma classista della scuola della Gelmini, hanno aggredito alunni (intendendo alunni bambini delle scuole elementari), insegnati e genitori con un manganello avvolto nella bandiera italiana, che serviva a non sporcarlo di sangue. La vostra risposta prevedibile è che le brigate rosse sarebbero nostri compagni. Nel nostro album di famiglia ci sono, invece, i martiri della liberazione. C'è Gramsci, fatto morire da Mussolini nel carcere di Turi, c'è Guido Rossa, operaio genovese dell'Italsider iscritto al PCI e alla CGIL, che denuncio l'infiltrazione di elementi delle Br fra gli operai e che le BR ammazzarono. Quelle BR che, come la storia ha assodato, erano ampiamente infiltrate dai servizi segreti italiani. Quegli stessi servizi che avevano a libro paga Freda, Ventura, Giannettini, il fior fiore della cellula neofascista padovana, che sono a pieno titolo nel vostro album di famiglia; come i camerati iscritti all'MSI che organizzarono la strage di Peteano dove saltarono in aria i carabinieri Antonio Ferraro di 31 anni, Donato Poveromo di 33 anni Franco Bongiovanni di 23 anni, della qualcosa il camerata Vincenzo Vinciguerra (doppia tessera MSI e "Ordine Nuovo" organizzazione terroristica), di quell'episodio vi potrà spiegare molto. Jan Palach si è dato fuoco per amore della verità e della libertà e non andava in giro per piazze o per banche o per treni a mettere bombe. Quindi lasciate stare Jan Palach dove sta. E a proposito di revisionismo: il 25 aprile del 2007 apparve ad Alliste a firma del Sindaco e dell'Amministrazione Comunale (ricordo per correttezza che nel concetto di amministrazione è ricompreso l'intero consiglio comunale, quindi se dovete fare dei manifesti che non rispettano la verità storica fateli a vostro nome) apparve il manifesto che è raffigurato a sinistra ("Onore a tutti coloro, etc. etc., sembra di sentire Mussolini dal balcone di Piazza Venezia), offensivo della memoria storica e quindi della verità. Il 25 aprile del 1945 i partigiani posero fine alla dittatura nazi-fascista e cacciarono a calci nel culo i tedeschi dall'Italia, dopo una efferata dittatura durata 20 anni che iniziò con l'uccisione del deputato socialista Giacomo Matteotti; proseguì con l'adozione di leggi razziali, grazie alle quali vi fu la deportazione verso i campi di sterminio degli ebrei; la sospensione della libertà di stampa, lo scioglimento dei partiti e dei sindacati; con l'esistenza di un solo partito , Partito Nazional Fascista; con l'istituzione delle Corporazioni delle Arti e dei Mestieri (riesumata ieri da Veltroni che non ha partecipato allo sciopero della CGIL); la strage delle fosse Ardeatine; la fucilazione di Salvo D'Acquisto; l'eccidio dei sette fratelli Cervi (il cui padre Berlusconi crede che sia ancora vivo). Quando i partigiani e gli Alleati liberarono l'Italia, i camerati, al comando di Mussolini, si rifugiarono a Salò dove diedero vita alla Repubblica Sociale Italiana per organizzare e ripartire con i panzer tedeschi alla conquista di Roma. Fra loro, dice La Russa, c'era chi non sapeva che cazzo stava facendo e, per questo, erano in buona fede. Per "onorare" quei "reduci", e anche il cuoco, c'è in parlamento una proposta di legge che vorrebbe equipararli ai partigiani che l'Italia l'hanno liberata. Ma per favore! Questa è la storia. Pertanto se per Jan Palach il revisionismo è dettato dall'ignoranza, per il 25 aprile il revisionismo è frutto di deliberata malafede. Ministra Gelmini a questi ragazzi faccia studiare la storia e durante l'ora di religione gli faccia spiegare che chi non dice la verità fa peccato.
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