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Ma per chi stiamo combattendo?

Si ringrazia "L'Associazione Città Futura" di Alessandria per aver pubblicato l'articolo

27/04/2009

Ci sono primi ministri che vanno nelle zone terremotate e pagano dentiere, parrucchieri per signora e tailleur. Senatori che entrano in macelleria e dicono al macellaio "Il conto delle signore è pagato". Comizi che si concludono con "... e adesso panino e birra per tutti!".

Candidati alla insignificante carica di consigliere provinciale che si sostituiscono a comuni dissestati e sono disposti a pagare le cure termali. La chiusura di una buca viene tributata di una  gratitudine sconfinata che significa un pacchetto di voti acquisito per sempre. Notti rock per dichiarare il proprio "amore verso il sud".

In questa nazione, si fa per dire, c'è chi ama il nord e c'è chi ama il sud: chi ama l'Italia è vecchio.

Per non parlare della pulizia gratuita delle fosse settiche o del pagamento della bolletta dell'ENEL.

Tutto ciò, nel paese maestro nell'arte di arrangiarsi, è sempre esistito, solo che prima queste cose erano tenute segrete. Oggi invece si ostentano, si chiede esplicitamente entrando in una casa per fare la campagna elettorale: "Qui di che cosa avete bisogno?"

Un paese povero fa presto a diventare un povero paese e l'Italia è esattamente un povero paese. Un paese con la dignità sotto i tacchi. Dal "Grande fratello" al parlamento il passo è breve, anzi la campagna elettorale è ormai il prolungamento dei reality e il voto nella cabina un televoto con scrutatori.

Abbiamo l'altro ieri ricordato  il 25 aprile, una data ormai sequestrata da Berlusconi, diventata festa della libertà e non più festa della liberazione, grazie a Franceschini. Fra qualche giorno celebreremo il 1° maggio che sempre di più è diventato il concerto per i giovani di piazza San Giovanni, mentre  per qualcun'altro è la festa di San Giuseppe Falegname, insomma una specie di ferragosto di primavera.

Difficile uscire da questa morsa, solo Pasolini negli anni '70, quando per esempio al sud non tutte le famiglie avevano il televisore, ebbe a capire il potere devastante di questo elettrodomestico.

Parlando con persone che si svegliano alle tre del mattino per lavorare e che ritornano a casa alle otto di sera, si capisce che la loro condizione esistenziale non è quello che mettono in tavola per mangiare o i soldi che devono spendere in farmacia, o la scuola dell'obbligo che non è più gratuita, indipendentemente da quello che dice la costituzione. La realtà è quella che ci  mostra la De Filippi o la Carfagna. Persino il terremoto è diventato un reality con tanto di indici di ascolto.

Mai si è assistito a gente così ammansita pur vivendo un dramma, il dramma quotidiano di chi non sa come mettere insieme il pranzo e la cena che vota Berlusconi e quando gli dici che sei di Sinistra e Libertà, del partito di Vendola, che magari gli ha fatto avere l'assegno di prima dote, o del partito di Fava, il cui padre è stato ammazzato dalla mafia per le sue denuncie ti guardano schifato e ti dicono: "Sei un comunista, allora!".

Vi sembra poi così ingenerosa la domanda: "Ma per chi stiamo combattendo?"

Piazza San Quintino, 8 Alliste (Le)