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L’articolo 74 della Costituzione

14/4/2010

"Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione.

Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata."

Questo recita l’articolo 74 della Costituzione, circa il potere di rinvio alle Camere di una legge approvata dal parlamento.

In questo articolo il legislatore costituente non ha fatto nessun riferimento ai motivi che possono determinare il presidente della repubblica a non promulgare la legge sottoposta alla sua firma per diventare legge dello stato.

I casi più evidenti sono quello della mancata copertura finanziaria della legge stessa, piuttosto che il contrasto con  il principio di eguaglianza o la contrarietà ai principi di liceità e del buoncostume, ma la costituzione non richiede che il presidente della repubblica ravvisi, per forza, la incostituzionalità della legge, che pure è palese in tutte quelle prodotte dal parlamento per salvare Berlusconi dai processi.

Ciò detto il presidente della repubblica può respingere una legge anche semplicemente dicendo:

“Scusate, ma questa legge a chi serve?”.

 “Qual'è il vantaggio per i consociati affinché nell’ordinamento venga introdotta una legge del genere?”

“La legge serve a non disturbare l’attuale primo ministro dal suo compito di governare il paese? Ma questa, potrebbe obiettare Napolitano, non è una motivazione sufficiente perché se questo fosse vero, il centro-destra, schieramento uscito vincitore dalle elezioni del 2008, può indicare un altro primo ministro!”

“E’ davvero preminente la necessità di avere a capo dell’esecutivo un certo signore rispetto al fatto di verificare nelle sedi opportune (in questo caso le aule di tribunale) se dei reati sono stati compiuti?”

Queste obiezioni si svolgono nell’ambito del senso comune e non in più o meno complessi esercizi di esegesi di norme costituzionale e si potrebbe continuare all’infinito nella esemplificazione di motivazioni che potrebbero e avrebbero dovuto indurre il presidente della repubblica a rinviare l’ultima legge vergogna sul legittimo impedimento, come anche le altre leggi “ad personam”, alle camere per dire: "Ma che cavolo di leggi state varando?"

Napolitano, in pratica, non avrebbe dovuto fare altro che rinviare alle camere tutte le leggi vergogna propinate e scritte sotto dettatura di Ghedini (un avvocato parlamentare che prende la sua bella indennità per preparare leggi per l’imputato che lui difende senza che questo indigni nessuno) allo stesso modo in cui ha rinviato alle camere il decreto-legge che svuotava e abrogava di fatto l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Perché Napolitano lo ha rinviato alle camere? Non certo per la manifesta incostituzionalità, ma semplicemente perchè questo indegno DL era ed è in palese conflitto con il grado di civiltà giuridica che ha (aveva) raggiunto questo paese e che oggi è gravemente, se non già totalmente compromesso, dal piazzista di Arcore che, ricordiamolo sempre, non potrebbe essere al posto in cui è, ma nemmeno in un consiglio comunale, perché ineleggibile secondo una legge del 1956.

 Ma anche questa illegalità scorre sulla coscienza degli italiani, o meglio sulla maggioranza di coloro che si recano al seggio e che continuano ad votare per una persona ineleggibile  

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