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Alliste Comune di Alliste: l'avvenimento mondano più importante dell'anno ad Alliste Il Premio Kallistos merita un altro nome 17/8/2011
Dunque sta per avere fine un’altra estate allistina a grandi firme. La crisi economica non sembra sfiorare questo lembo di terra che, da “quando il tempo è tornato a scorrere”, vive una stagione felice. Il crollo delle borse valori, il declassamento del debito sovrano dell’America di Obama, prima volta nella storia, il PIL che, nei paesi dell’eurozona, non supera il prefisso telefonico di Milano non intaccano la voglia di frizzi e lazzi del nostro Comune, immerso al centro della Giamaica d’Europa, cioè il Salento… la Regione Salento. Il tarantolismo, considerato una malattia alla quale solo San Paolo e una ossessionante musica ritmica possono tentare di offrire un palliativo, perché dal tarantolismo non si guarisce, colpiva e colpisce preferibilmente, le donne salentine. L’esorcismo avveniva, ed avviene, fra preghiere e balli sensuali, castigate e austere immagini sacre e menhir dall’inequivocabile simbologia fallica, ma danno solo un effimero sollievo. Aujurd’hui, però, fra fiorire di B&B e Sagre, igienicamente incerte, quella che rimane una sconosciuta “malattia” e/o indotta “infezione” a seguito del morso di un animale sconosciuto alla scienza, la tarantola (taranta, nel nostro dialetto), ha reso famosa la nostra terra in mezzo mondo, soprattutto quello “sviluppato”. Nell’immaginario collettivo si tratta di una sorta di “rave party” ante-litteram, dove lo “sballo” era garantito solo a poche “fortunate” a seguito del morso di un animaletto che nessuno ha mai visto, appunto. Così, oggi, l’economia contadina, quella di produzione di materie prime, l’arte di arrangiarsi, il lavoro nero, il “terziario” che si sviluppa intorno al settore pubblico – essenzialmente o solamente intorno al Comune – come nei paesi sottosviluppati, ha, invece, dimostrato di essere un formidabile strumento anticongiunturale dell’avverso ciclo economico che gli economisti dovrebbero studiare: questo è quello che si intende quando si parla di interazione fra cultura ed economia! Proprio grazie a questo "circolo virtuoso" il nostro Comune si può permettere, nel silenzio assoluto dei salassati, di raddoppiare l’addizionale comunale sull’energia elettrica e, contemporaneamente, di organizzare il Premio che, a lenti ma inesorabili passi, si avvia a ricalcare i fasti del “Premio Barocco”. “E gia”, direbbe Vasco, il Premio Kallistos con posti a sedere per i fortunati in qualche seconda fila e con i VIP in prima fila con il body-guard all’ingresso che, con vistoso auricolare d’ordinanza, sorveglia che nessuno si segga né più in qua né più in là del posto che la gerarchia sociale gli ha assegnato. Alliste, forse, deriva dal greco Kallistos e significa più bella, bellissima. Così è nata l’idea dell’omonimo premio che viene assegnato ad “Allistini nel Mondo”, ad “Allistini in Italia”, ad “Allistini ad Alliste” e, ma sì crepi l’avarizia, anche a non Allistini che comunque danno lustro a quella che, sotto l’egida di questa classe politica dirigente, potrebbe diventare la capitale morale della Giamaica “de no’ antri”. Così, fra un incomprensibile emissione di suoni di un certo De Roberto (che si legge Ze Roberto, come il calciatore brasiliano), che ha letteralmente “fuso” samba e blues e un incompreso Vergassola, che ha chiesto al sindaco di identificare, fra i duemila spettatori, i 4 che ridevano delle sue battute, sono stati insigniti dell’ambito premio inaspettate e insospettate eccellenze cui Alliste ha dato i natali. Ma fra tutti, per la “Sezione Allistini in Italia”, spicca un capitano d’industria. Questo fa degli infissi talmente bene, ma talmente bene che l’ufficio tecnico del Comune non esita a dare un incarico, ma sottosoglia sia chiaro, a tale, coraggioso e intraprendente imprenditore non appena vi è una porta da chiudere in uno degli stabili di cui il Comune di Alliste è proprietario, finché sarà proprietario e non lo venderà (leggi: determina dirigenziale nr. 75 del 2011 e determina dirigenziale nr. 394 del 2011). La motivazione del meritato e sudato premio sta, pur essendo “emigrato” a Racale, nel fatto che, fra una cerniera e un vasistas, non avendo dimenticato l’amato loco natìo, trova persino il tempo di allestire il “Presepe in collina su sottofondo bianco” durante le feste natalizie. Eh sì, tutto casa comune e volontariato (la virgola, se volete, la potete mettere, ma il significato non cambia). Certo, però, il nome “Premio Kallistos” non rende giustizia alla munificenza dell’accadimento e ciò, purtroppo, a tutto vantaggio dell’omologo “Premio Barocco” che, puntuale come la morte, si abbatte sullo schermo di RaiUno ai primi di giugno. No, quel nome non rende proprio l’idea dell’evento mondano allistino più importante dell’anno. Occorrerebbe un nome meno scontato, un nome che ricordi, poiché “navigare necesse est”, il nostro essere affacciati sul quel mare, traversato dai Fenici e da Ulisse, fra le cui opposte rive avvenne il travaso di civiltà. “Premio Libia”, potrebbe essere un’idea, se non fosse per le tristi vicissitudini che oggi l’ex colonia del nostro fastoso impero sta vivendo; oppure “Premio Algeria”, se non fosse per l’evidente riferimento al nomignolo ingiurioso che hanno affibbiato agli allistini gli invidiosi paesi confinanti. Per questo penso che il nome più appropriato sia, senza destare eccessivi sospetti di favoritismo, quello di “Premio Marrocco”! |
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