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Alliste Comune di Alliste: Dai contatori ENEL al “ livello” sulle “chiasure” Il bilancio di previsione 2011 era taroccato 03/9/2011 Il bilancio di previsione di un ente, secondo il Testo Unico degli Enti Locali, dovrebbe essere approvato entro il 31 ottobre dell’anno precedente all’esercizio che dovrebbe, appunto, prevedere. Ma, a botta di decreti del ministero degli interni, per l’anno in corso si è addirittura arrivati ad agosto, cioè quando gli 8/12 dell’esercizio erano ormai consumati. Tanto poco contano gli atti del consiglio comunale. Il Comune di Alliste, tuttavia, nonostante le larghe maglie della legge, ha bruciato tutti i comuni e il 12 aprile, prima delle elezioni del maggio scorso, ha approvato il bilancio. Dice la Legge, e l’Organo di Revisione dei Conti del Comune pedissequamente ripete, che “esaminati i documenti e verificato che il bilancio è redatto nel rispetto dei principi di Unità, Annualità, Universalità, Integrità, Pubblicità, Pareggio finanziario complessivo, and the last but non the least, Veridicità e Attendibilità” e, solo ciò premesso, “esprime parere favorevole”. Per fortuna, nell’Italia repubblicana, per essere eletto nelle assemblee rappresentative non è necessario essere esperto di nulla, né essere dottore in qualcosa, né possedere un determinato censo. È una delle semplici ma fondamentali conquiste delle democrazie moderne. Ma nemmeno si può navigare a vista. Per questo, la stessa legge prevede degli organi tecnici che mettono a disposizione degli organi politici il loro sapere e la loro professionalità. Nel caso di specie garantiscono che i numeri corrispondono ai fatti, cioè al vero. Nella costruzione di un bilancio di previsione l’iter immaginato dalla legge è questo: l’ufficio finanziario del comune comunica alla Giunta comunale le somme di cui l’ente dispone, questi programmano come spenderle e l’ufficio finanziario, nel rispetto dei principi sopra enunciati, predispone il bilancio. Un organo terzo (il Revisore dei conti) garantisce al consiglio comunale che le regole della legge sono state rispettate e che le cifre rispondono al vero. Ma, a proposito del consiglio comunale in cui si approvò il bilancio di previsione 2011, da ex consigliere devo ammettere che quel bilancio conteneva un tarocco di centomila euro, che mi è passato sotto il naso senza che nemmeno avessi la possibilità di dire qualcosa. A mio parziale discarico, rivedendo gli appunti di quella seduta, avevo cerchiato una voce del bilancio di 130.305,00 euro, nella quale era contenuto una parte del tarocco. Però, forse per dimenticanza, forse perché sviato in altre questioni, su quella voce non feci alcun commento. Ricordo, invece, che mi aveva indotto a cerchiare quel importo il commento sibillino dell’Organo di Revisione dei Conti del Comune. Infatti, questa conteneva un importo di 113.305,00 euro che era di gran lunga superiore a quello dell’anno precedente (esattamente 66.650,00 euro in più) e, a tale proposito, non mi poteva sfuggire l’appunto dell’Organo di Revisione dei Conti del Comune che rileva: << Il consistente aumento dei “proventi diversi”, rispetto all’assestato 2010 è principalmente dovuto al programmato recupero di parte dell’IVA sulle spese conseguenti all’inquadramento di tipo imprenditoriale di alcune attività. Il Revisore si riserva di verificare la corretta imputazione delle entrate e delle uscite ai vari servizi ed il rispetto delle norme di carattere tributario>>. Ma le bugie hanno le gambe corte, non nel senso letterale della locuzione, ma nel senso che non vanno troppo lontano. Così, hualà, il 30 giugno 2011, trentadue giorni dopo l’elezione a furor di popolo, la Giunta dichiara che il bilancio di previsione 2011, approvato qualche settimana prima, è né Vero né Attendibile, perché mancano centomila euro. Perché mancano? Perchè raddoppiare una tassa a ridosso delle elezioni non è il massimo della politica populista. Fossero stati comunisti come me, con il vezzo di citare Lenin, si sarebbero detti “Che fare?”. Questi invece, che comunisti non sono ma erano e restano democristiani, non se lo chiedono questi fanno. Senza battere ciglio, ammettono che le presupposte attività imprenditoriali del comune che avrebbero dovuto far rientrare l’IVA, che non è una escort ma un’imposta, non esistono e pertanto l’IVA non rientrerà. Così come candidamente asseriscono che dei 315.000,00 euro, che già sapeva di non ricevere dallo Stato rispetto all’anno precedente (2010), ne avevano contabilizzati solo 262mila. Così il 30 giugno 2011 la Giunta di Alliste, con tanto di parere favorevole dell’ufficio finanziario e con l’avallo del Revisore dei conti, vara l’aumento dell’addizionale comunale sul consumo di energia elettrica, tassa che nemmeno il più incallito degli evasori può evadere perché scatta non appena si accende qualsiasi strumento alimentato da corrente elettrica. In quella delibera, questo aumento viene giustificato con la necessità di coprire parzialmente i costi della raccolta di rifiuti. Leggendo quella delibera mi ero chiesto: “perché se la raccolta di rifiuti è coperta da apposita tassa (la TARSU) aumentano la tassa sul consumo di energia elettrica? La risposta a quella domanda arriva a stretto giro, perché, come detto, le bugie non fanno molta strada. Al Consiglio comunale del 1° settembre scorso viene proposta una delibera di variazione al bilancio di previsione 2011 di centomila euro, anche questa con tanto di parere favorevole dell’ufficio finanziario e del Revisore dei conti. Le jeux son fai: il tarocco infilato di soppiatto il 12 aprile 2011 al Consiglio comunale uscente si palesa in tutta la sua arzigogolata e, direi, democristiana struttura: prima delle elezioni la Giunta presenta al Consiglio Comunale un bilancio che non dice che riceveranno in meno dallo Stato 315mila euro ma 262 euro e dice, invece, che introiteranno da entrate non meglio identificate 42mila euro (e siamo a 95mila); dopo le elezioni, impongono una gabella di 100mila euro, che serve non a raccogliere munnizza, ma a coprire il tarocco di 53mila di entrate in meno dai trasferimenti statali e i 42mila di entrate da “proventi diversi” che non entreranno (come già l’Organo di Revisione dei Conti aveva paventato) e 5mila a rimpinguare, poiché “el pueblo canta”, il fondo di riserva che era stato prosciugato per finanziare il canto delle cicale, e siamo a 100mila. Cicale, appunto! Le formiche (gli elettori), intanto, si apprestino ad andare a farsi un certificato catastale e leggersi il manifesto che è apparso in questi giorni per vedere se le loro “chiasure” sono gravate da diritti di “livello del comune”, perché queste Cicale hanno già preparato un’altra scoppola o, come amerebbe dire l’ex consigliere Pinuzzo Arcano, un’altra gabella!!! |
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