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Alliste I fatti narrati in questa storiella sono, incredibilmente, veri! (almeno così ci è stato riferito) “Scusi? C’è SEL?” “No, SEL non c’è, ma se vuole c’è la Sinistra!” dei tesserati alla Sezione "Pio La Torre" di Alliste 04/10/2011 C’era una volta un paesino che, per comodità, chiameremo Alliste. Questo paesino era governato da una giunta di centro-destra. Anzi, per essere più precisi, da un democristiano di destra. “Ma come -si chiederà il lettore di questa storiella- democristiano di destra? Perché esistono anche i democristiani di sinistra?” Certo! I democristiani stanno dappertutto. In verità, solo pochi stanno in cielo ma molti stanno in terra e in ogni luogo, quindi anche a destra e a sinistra. Alliste, nome di fantasia, si trovava in una regione, anche questo è un nome di fantasia, che si chiamava Puglia. La Puglia, come un bosco, era un territorio “fitto” di democristiani, ma di destra e, praticamente, da quando era nata la regione era stata governata solo da democristiani, come la Toscana era territorio incontrastato dei Peppone. Ma il Vento…la, in Puglia, qualche volta gira. Nel 2005 successe una cosa che nemmeno in Toscana è mai successa: il “fitto” bosco democristiano fu sbaragliato da un rosso comunista. “Ma come farà, molti si chiesero, il sindaco democristiano di destra ad avere vita facile con un governo regionale diretto da un comunista?” Ma, fatto sì è che, vuoi per la sua bravura, vuoi perché aveva gli uomini o le donne giuste al posto giusto, non vi era finanziamento regionale che questo sindaco non intercettasse. E di questo menava gran vanto, tanto che, in piena campagna elettorale provinciale, il democristiano di destra di Alliste e il comunista, ma comunista davvero, della regione Puglia furono immortalati su una gigantografia affissa in ogni dove del piccolo e virtuoso comune dall’immaginario nome di Alliste. Questo ridente comune, adagiato ai piedi di una collina, era indicato in tutta la regione come il più virtuoso fra i comuni e gli assessori regionali, così narra il sindaco, dicevano: "fossero tutti come il comune di Alliste". Così le opere pubbliche scorrevano e scorreva anche il denaro che la regione inviava e tutti vivevano felici e contenti. Tutto perfetto, direbbe, Pangloss: “questo è il migliore dei comuni possibili”. Oh no! Anche in questo paese perfetto c’era un piccolo, ma piccolo neo. Questo neo contava meno del 13% degli elettori. Erano un drappello di pochi sopravvissuti all’implosione dell’epopea che aveva fatto di questo paese la culla della rinascita dalemiana che, proprio da Alliste, era partita alla conquista del maggior partito della sinistra italiana fino a conquistare Palazzo Chigi. Ma oggi, questi sopravvissuti, non erano che dei rimasugli vetero-comunisti. Questi poveri uomini e donne si erano autoghettizzati in un luogo che portava il nome di un glorioso combattente: Pio La Torre. Ma tanto poco erano considerati da coloro che avevano contribuito ad eleggere alla regione Puglia che li chiamavano per cognome. Il sindaco invece, democristiano di destra, li chiamava ed era chiamato per nome. Il sindaco di questo paesino virtuoso, useremo anche qui un nome di fantasia, si chiamava Tonio. Tant’è che un giorno fra il secondo personaggio più potente della regione Puglia che, per comodità, chiameremo Nicola e il primo cittadino di Alliste Tonio, avvenne questa conversazione telefonica: Nicola: “Ciao, Tonio, sono Nicola” Tonio, giustamente: “Nicola chi?” Nicola: “… di Bari” Tonio: “Ah, il cantante!” Nicola: “No, non il cantante. Sono Nicoula, quello che ha sempre la maglietta rossa” Tonio: “Ops, mi scusi, assessore! Ma sa col nome è un po’ difficile…” poi la conversazione continuò amabilmente fra le due … Istituzioni. I due, che in campagna elettorale stavano sui fronti opposti con i rispettivi capi che si sparavano delle bordate micidiale, un giorno si incontrarono nella stanza dei bottoni della regione Puglia. Il capo, il comunista-comunista, era sempre fuori e, di fatto, Nicola … di Bari lo sostituiva. Nicola… di Bari, che però di Bari non era, chiese a Tonio: “Come va?”, anzi, poiché sappiamo da dove proveniva, sicuramente gli avrà detto: “Sciao, bischero di un sindaho, home si va?” . Tonio gli rispose: “Beh insomma potrebbe andare meglio. Io governo un piccolo comune e ho all’opposizione il PD e SEL”. “SEL ad Alliste” esclamò stupito Nicola… di Bari, “… famm contrrllrrrr” e accese il computer. Tonio pensò, forse: “Adesso Nicola si starà collegando al sito del ministero degli interni per vedere quanti voti hanno preso quei dannati della ‘Pio La Torre’. Se non ricordo male alle europee e alle provinciali del 2009 hanno preso il 10%, mentre il dato nazionale era sotto il 4%,; alle regionali addirittura il 13%, mentre il dato regionale era il 9,75%. Meno male che l’unico che gli ha dato una batosta a questi sono stato io” Ma il nostro Nicola… di Bari non fu così profondo come il nostro Tonio. Nicola… di Bari, non andò mica a cercare chi c’era nel “cantiere della sinistra”, come spesso amava ripetere il Numero Uno della regione Puglia. Nicola … di Bari andò a controllare il suo web-orticello nel sito di SEL. Dopo una sbirciatina esclamo, quasi compiaciuto: “Ma cosa disci, bischero di un sindaho, ma se ad Alliste non sc’è nemmeno un tesserhatho!” La storia è grottesca ma, stando al racconto del primo cittadino di quel comune immaginario che è Alliste, è vera. A Nicola Fratoianni – Assessore all’attuazione del programma della Regione Puglia- noi, della Sezione “Pio La Torre” di Alliste, vorremmo dire: “Caro Nicola, è vero che ad Alliste non vi è alcun tesserato a SEL, per volontà di coloro che ottengono dei risultati elettorali per la Sinistra e per Vendola che puoi controllare sul sito del Ministero degli Interni. È vero, anche, che nelle ultime elezioni comunali siamo stati stritolati, come nemmeno in Bulgaria, dal centro destra: 87% a 13%. Ma, caro compagno Nicola, la “Pio La Torre” ad Alliste, che non è un paese immaginario, esiste da quando i tuoi genitori non erano nemmeno sposati. Noi siamo riusciti a mantenere questa Sezione che ha una storia che supera il mezzo secolo, nel feudo di Fitto (padre e figlio), di Vitalone, di Quarta, di Codacci-Pisanelli, di Leccisi quando, presumibilmente tu vivevi in quel regno dorato della sinistra che è la Toscana. Se hai qualcosa da capire circa la mancata adesione a SEL che questa Sezione, fra le prime in Italia, ha contribuito a costruire, prima ancora che la tua parte, minoranza del PRC, sconfitta al Congresso di Chianciano, decidesse la scissione, noi siamo a disposizione. Oggi siamo fuori dal Partito di SEL, così come decidemmo compatti, nel settembre del 2007, di non aderire al PD, sebbene fossimo una Sezione dei DS accreditata fra i maggiorenti di quel partito, perché abbiamo una storia da difendere e la difenderemo anche contro le tue umiliazioni che, con un po’ di scaltrezza, avresti potuto risparmiarci. Se vorrai venirci a trovare noi siamo a disposizione per raccontarti la nostra parte di verità, quella di militanti del movimento della Sinistra, che tanto hanno dato senza nulla chiedere in cambio, nemmeno la gestione di un centro per immigrati... niente, proprio niente”. Un fraterno saluto dai Compagni della Sezione "Pio La Torre" di Alliste (il cui nome non ha bisogno di sigle) |
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