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Comune di Alliste. Le bugie hanno…  l’87% dei consensi!

Altrochè virtuoso! Il giudizio della Corte dei Conti sul Comune di Alliste

4/11/2014

“la Sezione Regionale di Controllo per la Puglia … accerta che dall’analisi della relazione al rendiconto dell’esercizio 2009 del Comune di Alliste (LE) e delle complessive risultanze istruttorie emergono comportamenti non conformi  alla sana gestione finanziaria …” 

[Deliberazione nr. 71/PRSP/2011 Corte dei Conti Regione Puglia]

“Nel corso dell’esercizio 2009, l’ente [Comune di Alliste] ha realizzato un’imponente operazione di indebitamento (in relazione alle proprie capacità finanziare) che hanno portato alla contrazione di nuovi mutui di importo complessivo di €. 3.933.993,98 determinando un incremento del 76,96% dello stock di debito passato da 4.863.027,75 (al 31.12.2008) ad €. 8.605.808,30 (al 21.12.2009)”

[Deliberazione n. 193/PRSP/2013 Corte dei Conti Regione Puglia]

In queste due fulminanti frasi, contenute in due deliberazioni della Corte dei Conti della Regione Puglia vi è il giudizio sulla poca virtuosità, che quasi sfocia in prodigalità, dell’Amministrazione del sindaco A. E. Renna.

Forse un giorno la magistratura ordinaria avrà modo di chiarire in che modo quel 76,96% di incremento di indebitamento, nelle ultime elezioni amministrative del 2011, si è tradotto nell’ 87% dei voti, ma questo è un altro discorso.

Facciamo, però, un passo indietro. Era il 2 luglio del 2010 e il Consiglio comunale di Alliste adottò la deliberazione nr. 25 dall’oggetto: “Corte dei Conti – Sezione Regionale di Controllo per la Puglia. Pronuncia ex art. 1, comma 168, legge 266/2005”. [Delibera 25/2010 - Discussione - Delibera della Corte dei Conti]

Un oggetto preciso, circostanziato, evidenziato, ostentato, e con una lunga e, come spesso succede,  fuori tema discussione in consiglio comunale, tanto per buttare fango su qualcuno. La “proposta di delibera” era completa di allegati quasi sventolati sotto il naso dei consiglieri di opposizione, anzi, di alcuni consiglieri di opposizione.

Perché? Ma perché la Corte dei Conti, nel ravvisare qualche irregolarità di poco conto, prendeva atto che l’amministrazione Renna aveva iniziato l’opera di riduzione di pagamento dei debiti e di riscossione dei crediti antecedenti la data del suo insediamento.

È cronaca di questi giorni, invece, che i Consiglieri di SEL, nello scorso consiglio del 16 ottobre (bilancio di previsione 2014) hanno abbandonato l’aula per protesta, perché non hanno avuto la possibilità di avere gli atti, e il bilancio se lo sono approvati in splendida solitudine.

Ma nel Consiglio comunale del 12 giugno 2014 la maggioranza ha stracciato qualsiasi regola che distingue uno stato democratico da uno stato feudale.

Infatti, nello stesso consiglio in cui si ritornava a discutere della decadenza della consigliera di SEL, (quando si dice la coincidenza!), vi era un ordine del giorno dallo striminzito oggetto: COMUNICAZIONI.

Ovviamente negli atti consegnati ai consiglieri non vi era alcun allegato. Nella proposta di delibera vi è scritto: “Il presidente del consiglio comunica che…”, ma negli atti del verbale del consiglio il presidente non comunicherà nulla è passerà la parola, in fretta e furia al sindaco. Potrete leggere in detto verbale, la comunicazione di un prelevamento dal fondo di riserva e poi, quasi distrattamente, si partecipa il consiglio che un giorno (il 27 novembre 2013) vi è stata una specie di rimpatriata presso la Corte dei Conti di Bari, che, sì, ha rilevato lo sforamento del Patto di stabilità da parte del “virtuosissimo” Comune di Alliste, ma, e qui è necessario leggere la esilarante  ricostruzione del sindaco di Alliste di quell’udienza, il Presidente dell’austera Corte dei Conti ha mantenuto a stento l’impeto di assegnare al sindaco di questo Comune il “110 e lode, con bacio accademico e pubblicazione su autorevole rivista scientifica”. Leggiamo negli atti del Consiglio delibera nr. 3 del 2014:

SINDACO: “Questa è una comunicazione che riguarda un fatto ormai conosciuto ai consiglieri, però ci porta obbligo di comunicarlo ufficialmente al Consiglio. Si tratta dello sforamento del Patto di Stabilità dell’anno 2011. È conosciutissimo, perché comunque si è anche discusso, ci sono state battute anche sui giornali. [Sic!]

Naturalmente dopo lo sforamento del Patto di Stabilità, si è tenuta un’udienza pubblica dinanzi alla Corte dei Conti di Bari, dove ho personalmente discusso insieme alla dottoressa Reho, e abbiamo fornito i chiarimenti chiestici dallo stesso consesso, dalla stessa Corte. 

Abbiamo rilevato come effettivamente in quell’anno buona parte dei pagamenti riguardava la ristrutturazione della scuola di via Montello e di alcune strade, come l’arteria di via Antonaci, che comunque era soggetta a frequenti allagamenti. [Era!? Ma come “Era”: la notte di San Quintino dell’anno successivo (2012) ai lavori (2011) dopo mezz’ora di pioggia galleggiavano le macchine proprio in via Antonaci! - NDR] In buona sostanza abbiamo fornito tutti i chiarimenti. [Se avete letto la Delibera della CdC si evince esattamente il contrario – NDR]

All’esito di quell’udienza, - continua il sindaco -  la Corte dei Conti non ha ritenuto di applicare alcuna sanzione al Comune di Alliste.[!!!!] Nella discussione era emerso che sebbene si agisca in situazioni di intervento immediato, come quello che era per quanto riguarda la scuola,  [cosa avrà voluto dire o cosa avrebbe voluto dire visto che “passa di palo in frasca” - NDR] il Presidente ebbe a dire: “Voi [e qui siamo addirittura al plurale maiestatis - NDR]– rivolto a me come Sindaco – appartenete all’ANCI, ad un’associazione che si dice che si sia abbastanza influente”, tutta questa influenza io sinceramente non la tocco, per cui auspicava anche lui che lo Stato riguardi un po’ le norme sullo sforamento del Patto di Stabilità. Ciò nonostante, giustamente, ha verificato che le esigenze di finanza devono essere tenute in gran conto anche durante questi avvenimenti, in queste situazioni in cui ci si trova ad agire, per cui ci ha chiesto di comunicare al Consiglio Comunale lo sforamento del Patto di Stabilità.”  (Non è proprio quello che la Corte voleva che il consiglio conoscesse, dal momento che il Consiglio già conosceva dello sforamento del Patto di stabilità: Vedi Verbale della Delibera CC nr. 14/2012, in cui il sindaco di Alliste faceva sue le risposte del sindaco di Torino Piero Fassino, relazionando su medesimo fatto per il suo Comune).

Come potete leggere in questo verbale della Delibera del CC nr. 3, integralmente sopra riportato, fra amenità e frasi  assolutamente incomprensibili (capita quando ci si arrampica sugli specchi), si legge un virgolettato attribuito al Presidente della Corte dei Conti, organo avente rilevanza costituzionale, dice la dottrina giuridica, nel quale egli (il Presidente della Corte dei Conti) si appella, tramite il sindaco di Alliste, all’ANCI (associazione dei comuni italiani, una specie di dopo-lavoro per sindaci), affinché intervenga, credo, sugli organismi europei (BCE, UE, Commissione europea, Parlamento europeo), per cambiare le regole sul Patto di stabilità, e qui siamo nella “paranoia”.

La deliberazione, quella vera, della Corte dei Conti descrive, invece, un’amara verità, non per noi, ma per i cittadini di questo disgraziato comune.

Abbiamo ottenuto questa delibera della Corte dei Conti dopo diverse richieste e non sfugge che la delibera, adottata dalla Corte dei Conti il 27 novembre del 2013, è stata trasmessa al Comune di Alliste il 23 dicembre 2013 e protocollata dal Comune di Alliste il 9 gennaio del 2014. In essa la Corte dispone che il Presidente del Consiglio Comunale dia comunicazione al Consiglio Comunale, poiché l’approvazione dei Bilanci è prerogativa del Consiglio comunale, ma il primo consiglio comunale del 2014 verrà convocato solo nel giugno del 2014.

Leggerete, inoltre, nella citata deliberazione, che, con delibera del 21 luglio del 2011, la Corte aveva già ammonito l’amministrazione di Alliste sulla circostanza che l’indice di sostenibilità dell’indebitamento era oltre il 230%, cioè che l’indebitamento era quasi due volte e mezzo gli accertamenti di parte corrente.

All’interno delle deliberazioni della Corte si legge anche quanto non veritiero fosse la scusante dei lavori alle scuole, perché, “diversamente da quanto sostenuto dall’amministrazione, ha inciso in maniera secondaria”. Ma, laddove queste spese fossero veramente indilazionabili, dice ancora la Corte, è evidente che il comune non avrebbe dovuto effettuare altre spese inutili.

Ricordiamo a tale proposito che in consiglio comunale del 2009 il nostro gruppo chiese conto del crollo verificatosi nell’edificio scolastico di via Montello, ma  il vice-sindaco rispose che si era trattato della semplice spolverata di un calcinaccio. Davanti alla Corte dei Conti, quella spolverata di calcinacci, diventerà un “intervento di estrema urgenza (…) per l’incolumità, in particolare, dei piccoli utenti dell’Istituzione scolastica”.

Sia nei consigli comunali e anche nell’ultima campagna elettorale, Cassandre inascoltate, avevamo osservato che su ogni cittadino, neonato compresi, queste erano le cifre:

Imposizione fiscale 270 euro a testa

debito per mutui prima delle grandi opere  dell'amministrazione Renna 790 euro a testa

debito per mutui dopo le grandi opere dell'amministrazione Renna 1400 euro a testa

tutto ciò, dicevamo, era insostenibile per un paese come il nostro,

che la crisi  scatenata dai mutui sub-prime,

l’austerità della Trojka

e, meno che mai, le problematiche che riguardano la città di Torino (uno dei tre lati dell'ex-triangolo industriale italiano)

non c'entravano proprio nulla;

che la rincorsa, proprio in coincidenza con la campagna elettorale comunale del 2011, a fare opere, gran parte delle quali inutili (es. le zone 30),  raddoppiando l’indebitamento di questo comune, avrebbe avuto un impatto ancora più deprimente in un paese come il nostro. Ma niente!

Ma eravamo gente “col dente avvelenato” e “dilettanti allo sbaraglio” .

Oggi allo sbaraglio c’è questo comune e i suoi cittadini per la “violazione di norme finalizzate a  garantire la regolarità della gestione finanziaria”, come asserisce la corte dei conti!

Altrochè virtuoso!

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