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Comune di Alliste. “Essere (Renzi) o non essere (Renzi)”: questo è il dilemma (del sindaco di Alliste). Nell’attesa che lo risolva ha inviato a tutti i cittadini del suo comune:

Tanti c(T)ARI auguri per un felice anno nuovo!

22/11/2014

Per  inquadrare l’ennesima “piece teatrale” in cui si è prodigato il sindaco di Alliste, nel consiglio comunale del 30 settembre 2014, di cui i Cittadini ne stanno avendo contezza in questi giorni come destinatari dei “c(T)ARI auguri di fine anno”, bisogna citare un antefatto.

L’antefatto è la deliberazione N.193/PRSP/2013 della Corte dei conti: “Con ogni evidenza, la realizzazione della vasta operazione di indebitamento realizzata nel corso del 2009 non è stata preceduta da alcun accertamento teso a verificare l’impatto dei successivi pagamenti sul rispetto dei vincoli di finanza pubblica.”

In diritto si studia l’interdizione, oltreché per incapacità di intendere e di volere, anche per prodigalità. Tutti conoscono, dai Vangeli, la parabola del figliol prodigo, che dopo aver sperperato tutti i denari ricevuti, viene ri-accolto dal padre che, per festeggiare, ammazzò  il vitello più grosso, con sommo e comprensibile incazzamento dell’altro fratello, parsimonioso e ubbidiente lavoratore.

Ma, parabole a parte,  nel vocabolario Treccani la definizione di prodigalità è questa: “(…), tendenza di colui che si è rovinato spendendo e donando con larghezza eccessiva e senza riflessione. La prodigalità, se è accertata giudizialmente, è causa di inabilitazione legale”

Ma fermiamoci un attimo e ritorniamo alla “piece teatrale” di cui si diceva all’inizio.

Consiglio comunale del 16 ottobre 2014, argomento approvazione del bilancio di previsione 2014, consiglieri presenti solo quelli di maggioranza (il gruppo di opposizione; SEL, aveva abbandonato l’aula per protesta), il gruppo del PD non era pervenuto tout court, la conclusione del sindaco è questa:

“Concludo dicendo: sono stato tacciato anche, signori miei [chiaro intercalare renziano], di essere creatore della corrente politico – filosofica del renzismo prima dell’avvento di Renzi. A dire la verità, se me lo avesse detto qualche esponente più forte, più credibile, vi dico la verità: io la avrei inserito anche nel curriculum quello e lo avrei portato anche fuori provincia. È chiaro che proviene da chi ancora si batte per dire “io esisto”, ma per lui non vale quel “Cogito Ergo Sum” di origine cartesiana, e quindi io dico: io forse avrò inventato il renzismo e per me va bene. (…) Ma essere tacciato di essere renzista o aver inventato il renzismo prima di Renzi, devo dire la verità: non mi addolora più di tanto.  [tutti questi insulti premessi, NDR] Quindi, signori, chiedo l’approvazione del bilancio.

È evidente che qui il sindaco confonde la credibilità con la posizione di potere, perché associa la “forza” di un esponente (che rimane “Innominato”) alla “credibilità”.

Ma credibile è colui che non rinnega la propria parola, credibile è colui che non cambia nel volgere di una notte le proprie opinioni,  credibile è colui che non si rimangia la propria parola nel giro di qualche giorno.

E infatti il sindaco A. E. Renna, nel tentativo di giustificare il non – giustificabile, appena quindici giorni prima, aveva nettamente preso le distanze da quel poveretto di Renzi  sul quale vengono fatte ricadere le colpe per la stangata che si stava preparando ai danni dei cittadini del Comune di Alliste.

Leggiamo ancora dagli atti del consiglio comunale di Alliste del 30 settembre 2014, argomento in discussione “Regolamento comunale sulla TARI (definita TASSA sui Rifiuti, sebbene sia TARIFFA sui rifiuti, il che non è un dettaglio da poco):  

“SINDACO – Come penso sia ormai risaputo, le legislazioni dello Stato ricadono a capofitto sulle amministrazioni comunali e, di conseguenza, sulle comunità e sui cittadini. 

(…) Ma, devo dire la verità, questo è il mio ottavo anno da Sindaco e puntualmente è l’ottavo anno che vedo disattese tutte le promesse [fatte] dallo Stato centrale (…)

Effettivamente siamo governati da un Sindaco e, pensavamo, che i Sindaci dovessero adoperarsi per gli interessi delle comunità. Invece abbiamo un Presidente del Consiglio che sembra plasmato dal precedente Presidente del Consiglio, sembra un suo figlioccio e quindi nei Comuni non è cambiato assolutamente niente. Anzi, oggi c’è un Presidente del Consiglio Sindaco che emana le Leggi e impone ai Comuni (?), [ci siamo persi qualcosa nel modo di produzione delle leggi?] quello che prima almeno lo Stato, il Governo aveva il coraggio di fare, cioè imporre le tasse; adesso si obbligano gli enti locali a imporre le tasse.

E più avanti il sindaco di Alliste rincara la dose contro quel  poveretto di Renzi: “L’eliminazione della provincia è stata una falsa riforma perché, a conti fatti, adesso andranno a costare di più, (…). Quindi, quello che è stato sventagliato come la riforma salva Italia, è anche quella una beffa.”

Sulla credibilità della persona (così prodiga a dare patenti di credibilità e autorevolezza nei confronti di altre persone)  che nel giro di “mezzo mese” rilascia, queste due dichiarazioni (diametralmente opposte) su Renzi (una per offendere, l’altra per difendersi dall’indifendibile), deciderà il lettore.

Ma il problema di cui qui si vuole discutere è serio. Riguarda lo stato delle finanze del nostro comune, le ricadute in termini economici sui cittadini, la faciloneria con la quale si sono programmate le opere (di bene) pubbliche nel corso dell’amministrazione di A. E. Renna.

Non può sfuggire, peraltro che, nel consiglio comunale in cui si adottò la stangata TARI, i consiglieri presenti in maggioranza erano 6 (numero legale minimo 7) e il consiglio si tenne perché il consigliere Fersini – PD – rimase in aula senza richiedere la verifica della sussistenza del numero legale. A tale proposito il sindaco, per giustificare la mancanza di 3 consiglieri di maggioranza, disse che uno era al Nord, per impegni pregressi, un altro aveva la scadenza delle dichiarazione dei redditi, il terzo era impegnato in un concorso. Ora tutte e tre le assenze devono considerarsi pregresse (cioè prese prima, quindi conosciute alla data di convocazione del consiglio):  Un concorso, un impegno di lavoro e la dichiarazione dei redditi sono stabilite a tempo debito, non capitano certo fra capo e collo.

Cosa impedì alla maggioranza di convocare il consiglio qualche giorno prima che questi “pregressi” (in quanto tali conosciuti e non accidentali) impegni si abbattessero determinando un difetto nel raggiungimento del numero legale senza stampelle di sorta? Chi ha fatto politica sa, che nulla accade mai per caso, dal momento che la mancata approvazione del regolamento TARI entro in termine del 30 settembre sarebbe stato “un disastro”, così un dirigente comunale presente ai lavori del consiglio!

Ma torniamo alle mani nelle tasche dei cittadini.

La tabella seguente è tratta dalla Deliberazione della Corte del conti n. 71.PRPS/2001:

Sostenibilità finanziaria del debito

Stock del debito (b) ……………………..    8.605.808,30

Accertamenti correnti (a) ………………   3.739.553,93

Indice di sostenibilità finanziaria (c=a/b) …  230,13%

Come si vede, nell’incontestabilità di queste cifre, quel poveretto di Renzi, una volta osannato e un’altra vituperato, sino al punto da definirlo figlioccio di un pregiudicato, non c’entra nulla. Anche perché queste cifre risalgono al 2009, quando al governo del paese c’era il “padrino” (nel senso che ognuno vorrà dare a questo termine) e Renzi era solo un logorroico sindaco, che qualche talk show si contendeva in TV, che inanellava una serie frasi inconcludenti, condite con diversi “ma signori miei” come un qualsiasi imbonitore di fiera.

Renzi, il patto di stabilità, l’austerità imposta dalla Gerrmania, la crisi economica non c’entrano nulla, perché la Corte dei conti, in altra tabella della stessa delibera, dimostra che un comune che incassa 3,7 milioni di euro e ne spende 3,6 non può sostenere una spesa per rimborso rate di mutuo (capitale + interessi) pari quasi 700.000,00 euro (con un indice di sostenibilità o di insostenibilità economica del debito pari 140%, ben oltre il valore limite del 100%). Tale circostanza si riferisce all’equilibrio di bilancio secondo i criteri istituiti nel lontano 1993 quando la nozione di “patto di stabilità” era ben lungi dall’essere coniata.

Tutto ciò premesso, è evidente che i mutui, lievitati sino alla somma di quasi 9milioni di euro, non possono essere rispediti al mittente, l’unica cosa che si può fare per rimettere il bilancio in equilibrio è aumentare le entrate.

E le entrate come si aumentano?

Non esiste che un una sola via: mettere le mani nelle tasche dei cittadini.

Ed è così che quell’abitazione di 120 mq che nel 2013, per la raccolta dei rifiuti,  pagava 158 euro, oggi paga 307 euro, cioè il 100% in più.

Ma nel regolamento adottato dal comune di Alliste, nella “stampellata” convocazione del 30 settembre, vi è quanto di più incredibile si possa udire, confidando sul fatto che comunque i cittadini se la prenderanno sempre con la Merkel e col figlioccio del pregiudicato Berlusconi.

Ora, la “legge di stabilità” che introduce la Tariffa sui Rifiuti prevede, certo, che la spesa deve essere coperta al 100%, ma l’autonomia regolamentare del comune, che determina la effettiva applicazione di tale tariffa, può prevedere delle deroghe.

Si dice nella legge di stabilità del 2013

Comma 659: Il comune con regolamento (…)  può  prevedere  riduzioni tariffarie ed esenzioni nel caso di:

    a) abitazioni con unico occupante;

    b) abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale  od  altro uso limitato e discontinuo;

    c) locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti  ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente;

    d) abitazioni occupate da soggetti che  risiedano  o  abbiano  la dimora, per più di sei mesi all'anno, all'estero;

    e) fabbricati rurali ad uso abitativo.

Comma 660: Il comune può deliberare, (…),  ulteriori riduzioni ed esenzioni (…).  La  relativa  copertura  può  essere  disposta attraverso apposite autorizzazioni di spesa che non possono  eccedere il limite del 7 per cento del  costo  complessivo  del  servizio.  In questo caso,  la  copertura  deve  essere  assicurata  attraverso  il ricorso a risorse derivanti  dalla  fiscalità  generale  del  comune stesso.

Le riduzioni riconosciute dal comune di Alliste sono, invece, le seguenti:

Riduzione del 10% se la persona vive da sola ed ha più di 65 anni;

Riduzione del 20% ai componenti di comitati di cittadini che adottano una zona verde e una zona condominiale [E qui, la realtà ha superato l’immaginazione e svelato la rincorsa affannosa all’adozione di aree verdi, vdei a questo proposito le delibere della giunta comunale di Alliste del 2014 - NDR].

Riduzione di 50 euro a chi adotta un cane che attualmente è mantenuto dal comune nei canili;

Riduzione del 20 % in caso di convivente con grave handicap.

Nulla di congruo, nulla che il comune di Alliste abbia fatto per rendere effettiva la tariffazione invece della tassazione (sulla cui differenza ci si soffermerà oltre) , nulla che tenga conto degli immobili disabitati o usati per uno, due mesi come residenza estiva, nulla che renda effettivo il collegamento fra costo sopportato e servizio ricevuto!

Niente! La necessità di fare cassa e di tacitare la Corte dei conti si è abbattuta come una mannaia sui cittadini. La prima rata scadrà, non il 30 novembre come previsto dal regolamento, ma il 1° dicembre giorno in cui i pensionati andranno a riscuote la pensione e la tredicesima, così, “giacché si trovano”, con una mano prenderanno la pensione e con l’altra pagheranno il prezzo della prodigalità: cinismo allo stato puro o allo stadio terminale.

Non solo! Ma iniquità nell’iniquità, il pagamento di una tassa che riguarda i rifiuti avverrà ancora sui metri quadrati ma aggravati dal numero di abitanti nello stesso immobile. Attenti, dunque, cittadini perché abbiamo il legittimo sospetto che se uno è residente in un’abitazione con altre persone ed è proprietario di un’altra abitazione che con i residenti nella prima non c’entra nulla ed è disabitata, i componenti il nucleo famigliare saranno ribaltati anche su questa.

Ma la legge istitutiva della TARI, al comma 667, dice una cosa molto importante, totalmente ignorata dal sindaco-assessore-al-bilancio (insomma fac-totum):

Con regolamento da  emanare  entro  sei  mesi  dalla  data  di entrata in vigore della presente legge, (…) sono stabiliti criteri per  la  realizzazione  da  parte  dei comuni di sistemi di misurazione puntuale della quantità di  rifiuti conferiti  al  servizio   pubblico   o   di   sistemi   di   gestione caratterizzati dall'utilizzo di correttivi ai criteri di ripartizione del costo del servizio, finalizzati ad attuare un  effettivo  modello di tariffa commisurata al servizio reso  (…)

Cioè in questo comma si ribadisce che fra Tariffa, rifiuto conferito e servizio reso ci deve essere un legame.

Il termine Tariffa, infatti, (e non tassa) contiene in se la nozione di “prezzo” e il prezzo è commisurato al valore della cosa richiesta, mentre la Tassa è un “con-tributo”

Cioè, mentre la tariffa ha una relazione diretta con l’oggetto comprato (un chilo di pane costa quanto un chilo di pane e non quanto due chili di pane), il termine tassa, o con-tributo, indica una suddivisione di costi, cioè chi più ha più paga

Nel DPR 158 del  1999 si ribadisce che la tariffa viene formata da due componenti: una quota fissa  per i costi fissi di organizzazione del servizio, e una quota variabile (il rifiuto conferito e il servizio reso). Cioè, se uno ha una seconda casa che abita saltuariamente dovrà pagare certamente una quota fissa, ma pagherà la parte variabile se, e solo se, conferisce rifiuti e se, e solo se,  il servizio gli viene reso.

Invece nel regolamento comunale adottato il 30 settembre 2014 la tariffa è stata trasformata in una tassa indipendentemente se si conferiscono rifiuti e se il servizio viene offerto (vedi le residenze estive o le abitazioni non abitate).

Così posta, la TARI, secondo il regolamento del comune di Alliste, fra un’offesa e l’altra, fra un osanna e un crucifige, da tariffa è stata trasformata nell’ennesima tassa sulla casa in compagnia dell’IMU e della TASI che, allo stato dei fatti è ancora sconosciuta. 

Ma la situazione venutasi a creare a seguito di una gestione amministrativa del sindaco A. E. Renna tutta volta a ricercare consensi, ha portato ad uno squilibrio fondamentale del bilancio comunale ed oggi ne viene chiesto il conto (altrochè “la Corte dei conti non ha ritenuto di comminare alcuna sanzione”). Mentre dal 2009 ad oggi, per ben 5 volte, amministrazione, dirigenti dell’ufficio ragioneria e organo di revisione hanno pervicacemente asserito che il bilancio era in equilibrio, salvo poi essere clamorosamente smentiti dalla Corte dei conti che ha certificato, invece,  tanto la insussistenza dell’equilibrio finanziario quanto l’insussistenza dell’equilibrio economico.

La Corte dei conti, la delibera nr 15 del Consiglio comunale “stampellato” del  2014 e le lettere con le quali il Comune di Alliste sta inviando i suoi c(T)ARI auguri di buon anno ai cittadini di questo disgraziato paese, rendono giustizia di anni lotte e di battaglie e di ingiurie subite dal nostro partito, dai nostri consiglieri e dagli uomini e dalle donne di SEL Alliste, lanciate tanto dalla poltrona sulla quale siede il sindaco quanto dai suoi cortigiani. Il tempo è sempre galantuomo

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