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Consiglio comunale del 12 giugno 2014

Bilancio consuntivo  2013

Il rovesciamento dei concenti per non ammettere l'evidenza dei fatti

1/7/2014

Nell’aneddotica dei consigli comunali di Alliste è rimasto famoso un episodio.

Un giovane consigliere del PCI aveva preparato scrupolosamente il suo primo intervento in consiglio. Riguardava la scuola. Era, ovviamente, rigorosamente scritto, perché nei primi consigli comunali ci si prepara per bene, per non incappare in qualche imprecisione.

Finito il suo intervento che non faceva una grinza, il consigliere comunale del PCI si sentì replicare dal sindaco, “vecchia volpe” della politica: “Consigliere quello che lei ha detto è tutto vero. Solo che ormai è stato tutto superato da un recente legge e precisamente dal legge nr. X del 19etc.”

Il giovane consigliere del PCI, un po’ smarrito,  incassò la risposta e se la portò a casa.

Ma il giovane consigliere del PCI non si diede per vinto. Andò a consultare la legge e si accorse che il colpo di teatro, con il quale la “vecchia volpe” della politica lo aveva azzittito, centrava come i cavoli a merenda con l’argomento discusso.

Ma vuoi mettere il figurone fatto dalla “vecchia volpe” che è passato alla storia come persona dotata di grande capacità politica, mentre i problemi sollevati dal giovane consigliere rimanevano irrisolti.

La politica, da scienza sociale che fa cose buone e giuste, si è trasformata, nell’immaginario collettivo, in capacità di azzittire gli avversari: insomma qualcosa a metà fra uno spregiudicato giocatore di poker capace di bluffare, nella migliore delle ipotesi, o di nascondere un asso nella manica come un semplice baro.

o O 0

Nel consiglio comunale del 12 giugno scorso la nostra capogruppo, a proposito del consuntivo, ha fatto questo domande e ricevuto queste risposte dal sindaco (i due passaggi sono tratti testualmente dal verbale del Consiglio):

CONSIGLIERE COI – Per quanto riguarda i residui attivi, io trovo “diritti e istruttoria di enfiteusi”, ben un milione e passa di euro. Ma c’è qualcosa che ce lo segnala?

SINDACO – Sì, un milione di euro, ma sono tutti catastalmente e sicuramente individuati persona per persona. Naturalmente è il discorso che facemmo quando si portò in Consiglio il Regolamento sulla questione nell’Enfiteusi e compagnia bella, quindi come ci si doveva muovere. Per cui l’architetto Miglietta ha chiesto l’iscrizione di quel residuo attivo sulla base di una capillare istruttoria fatta particella per particella.

Quindi, il discorso qual è? Che in qualsiasi momento il proprietario di quel terreno debba vendere, mentre prima i notai non davano comunicazione al Comune, già dal 2007 – 2008, ricordo che la portammo in un Consiglio qualche anno fa, dove si discusse, si sospese l’argomento all’ordine del giorno, si evidenziò come era una problematica che addirittura aveva portato a situazioni di una certa rilevanza dei Sindaci passati. Ma poi siamo ritornati in Consiglio e l’abbiamo approvata. Quindi, facendo una lettera a tutti i notai e quindi all’associazione dei Notai e anche al Catasto che non potevano permettersi di trascrivere i trasferimenti di proprietà senza che ci fosse stato il benestare dell’ufficio tecnico comunale, che rilascia il permesso. Per cui, ogni qualvolta c’è una donazione o un trasferimento per qualsiasi motivo di proprietà, oppure nel momento in cui si viene a chiedere l’eliminazione del diritto di enfiteusi, naturalmente quello è iscritto al ruolo e quindi l’interessato dovrà pagare quelle somme. Quindi le somme sono, quelle accertate sono praticamente corrispondenti e legate alla particella.

(...)

CONSIGLIERE COI – Io cambierei il focus dell’attenzione più che altro sul patrimonio netto del nostro Comune, che vedo che si sta impoverendo pian pianino ogni anno di più, e sul fatto che il conto economico è chiuso in negativo, mitigato anche dal fatto di plusvalenze e sopravvenienze attive importanti. 

SINDACO – Penso che il consigliere si riferisca al conto economico dove incidono anche gli ammortamenti. È normale che venga fuori quel risultato, perché il Comune non è una Spa. Ma se ti vai a collegare con il titolo, invece, dove anche il revisore dei Conti nella relazione dice che tutte le quote di ammortamento sono tutte regolarmente pagate, e non solo, ma c’è anche una velocità di pagamento delle forniture, insomma, io credo che, con tutto il rispetto, questo Comune ancora è in quella categoria di Comuni invidiabili e invidiati da parte di altri Enti che stanno in maniera molto ma molto diversa, dove non riescono a pagare i mutui, non riescono a pagare... Quindi, in quello ti incide l’ammortamento, è chiaro. 

o O 0

Sono due domande precise che vanno al cuore del problema di un consuntivo. Queste domande vengono fatte poco prima che si discutesse della decadenza della stessa consigliera che le fatte, indice, questo, di impegno nell’esercizio delle proprie funzioni.

Due domande che hanno puntato i riflettori su alcuni dei punti oscuri del consuntivo e quindi dell’attività dell’amministrazione.

Le due risposte sono state impacchettate e portate a casa dai due consiglieri di SEL, i quali fanno altri mestieri e hanno studiato altre materie: non l’economia, non la ragioneria, non il diritto, non la contabilità di stato o la finanza degli enti locali.

Ma in aula vi erano, con diritto di parola, persone avrebbero potuto e dovuto contestare entrambe le affermazioni, oltre che nel primo caso (quello sui residui attivi) avrebbero dovuto impedire l’iscrizione nel conto consuntivo.

RESIDUI ATTIVI – DIRITTI E ISTRUTTORIA ENFITEUSI

Fra i crediti da riscuotere (tali sono i residui attivi) da parte del Comune vi è la voce "Diritti e istruttoria enfiteusi", che ammontano a circa unmilione e duecentomila euro. Un bilancio deve essere redatto secondo i tre principi cardine, che sono la chiarezza, la veridicità e la correttezza.

A proposito delle entrate la legge prevede, proprio al fine di evitare il fenomeno dell’annacquamento del bilancio, che esse siano verificate attraverso la procedura di accertamento che deve rispondere a tutti questi requisiti:

. esistenza di una ragione di credito

. esistenza di un idoneo titolo giuridico

. individuazione del soggetto debitore

. determinazione della somma da incassare

. determinazione della scadenza

Così il legislatore ha voluto eliminare le distorsioni che derivano dalla prassi di iscrivere somme fra le poste attive non corrispondenti a crediti reali.

Per le entrate, di natura eventuale e variabile, l’accertamento avviene mediante contratti, provvedimenti giudiziari, atti amministrativi specifici.

Questo dice la legge e questo prevedono i principi contabili e questo è quello che dovrebbe conoscere a menadito chi redige i bilanci e anche chi li controlla. Quel milione e duecento circa è iscritto fra i crediti senza che nessun atto giuridico, come sopra specificato, ne accerti l’esistenza. 

Fra i residui passivi (cioè fra i debiti dell’ente) è iscritta una posta di un milione di euro che destina le somme di cui sopra alla ristrutturazione del fatidico castello di Felline.

Ma nemmeno qui vi è alcun atto specifico che ne giustifichi l’iscrizione in bilancio. Non si capisce, infatti, nei confronti di chi dovrebbe esserci questo debito visto che non esiste il debitore.

Ma la furberia sta nel fatto che le somme iscritte fra i crediti e quelle iscritte fra i debiti si discostano di circa 150.000,00 euro; giusto l’avanzo di amministrazione esposto e portato a trofeo dall’amministrazione comunale di Alliste.

Un artificio contabile, chiaramente in dispregio dei tre requisiti sui quali si deve basare un bilancio (veridicità, chiarezza e correttezza) che riesce a rendere virtuosa un’amministrazione che virtuosa non è.

IL CONTO ECONOMICO E GLI AMMORTAMENTI

L’esigenza di svelare i trucchi della mala-amministrazione che si nasconde dietro l’esposizione del bilancio redatto secondo i criteri finanziari, di cui nel punto precedente ne abbiamo portato un  classico esempio, ha spinto il legislatore a far riesporre il bilancio consuntivo secondo i criteri della contabilità industriale. Laddove si riespone il bilancio secondo il criterio del patrimonio netto. L’incremento (patrimonio all’inizio dell’anno sommato all’utile dell’esercizio alla fine dell’anno) è indice di virtuosità; il decremento (patrimonio all’inizio dell’anno detratto della perdita dell’esercizio alla fine dell’anno) è indice di inefficienza.

Anche qui, la domanda del Gruppo consigliare di SEL è stata pertinente, nell’indicare l’inefficienza della gestione, atteso che il patrimonio netto, per effetto della gestione, si è chiuso con un decremento. Questo sarebbe stato ancor più consistente se non vi fossero state insussistenze nel passivo e/o sopravvenienze attive.

Alla pertinenza della domanda ha fatto riscontro l’impertinenza (nel senso tecnico del termine) della risposta. Il sindaco ha mischiato un conto acceso ai valori economici di reddito, che ha la funzione di  rettificare i costi, con un conto acceso ai valori numerari assimilati, che riguarda il pagamento dei fornitori.

Tale miscela, che porterebbe alla bocciatura in sede di esame, non solo universitario, ha avuto l’effetto di stoppare la domanda pertinente, perché gli interroganti fanno altro mestiere,  ma, quel che più meraviglia è che coloro che vantano studi nel ramo fra i consiglieri, sia di maggioranza e di opposizione, ma anche di coloro che, in funzione di consulenti del consiglio, avrebbero dovuto confermare la giustezza dell’osservazione contenuta nella domanda, hanno fatto scena muta. Il paradosso sta nel fatto che la risposta del sindaco, non potendo usare lo stesso artificio usato nel caso dei residui attivi,  asserisce che il conto economico chiude in perdita e il patrimonio netto decrementa per via degli ammortamenti (che “sono stati tutti pagati”-Sic!), rovesciando il concetto di ammortamento.

Alcuni manuali universitari di Ragioneria I dedicano all’ammortamento molte pagine. Ad esempio, il buon Prof Amodeo, nell’edizione ridotta per studenti di 1000 pagine, ne dedica ben 50. Forse tutte queste pagine erano necessarie per far entrare il concetto in testa, non certo ad un sindaco, ma di chi i bilanci li redige e li controlla. Ad ogni buon conto, la conclusione cui giunge il buon Prof. Amodeo, dopo tanto discorrere, è questa: “L’ammortamento è un processo contabile che ha lo scopo di ripartire il costo (…) delle immobilizzazioni, (…) fra un certo numero di esercizi, in guisa che il riparto appaia rispondente alla esigenza del mantenimento di una sana situazione economica”

In pratica se un’azienda compra un bene durevole che costa 1.000,00 il costo non viene fatto gravare tutto in un unico esercizio, ma lo si divide, a seconda del bene, in cinque (200 all’anno) o in dieci anni (100 all’anno), cioè l’esatto opposto di quanto affermato dal sindaco.

Si comprenderà, adesso, perché la risposta del sindaco è stata definita impertinente e anche lesiva dell’orgoglio professionale di quanti avrebbero dovuto dire: “Ma cosa cavolo sta dicendo?!

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