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Alliste Comune di Alliste. La Corte dei conti al Comune di Alliste: "O presentate un piano lacrime e sangue per i cittadini e conserverete la poltrona o verrà nominato un Commissario che decreterà il "dissesto" Il sindaco A. E. Renna ha fatto "scorrere il tempo" ... ma all'indietro" 20/11/2015 Ricordiamo ancora la frase magica con la quale questa amministrazione si insediò nel 2006 sul Comune di Alliste. Diedero "corda" all'orologio di Piazza Orologio, ché la dabbenaggine di tutte le passate amministrazione aveva tenuto fermo non riuscendo a controllare alcun impiegato che gli desse "corda" e dissero: ad Alliste il tempo è cominciato a scorrere. Forse reminiscenze di qualche genitore di qualche neo-amministratore nostalgico di quel tempo in cui l'orologio della piazza scandiva le ore quando si era così poveri che non ci si poteva nemmeno comprare una sveglia. Ma tant'è che al grido "Ad Alliste il tempo è cominciato a scorrere" si insediarono sulla casa comunale. Di sicuro, per gli affari di qualcuno, quello che è cominciato a scorrere è il denaro: ma oggi è un brutto giorno, perchè per i cittadini il tempo è tornato indietro. Siamo piombati nel pieno della "prima repubblica" quando, alla fine della stagione dei bagordi della DC (primi anni '90 del secolo scorso), fu deliberato il dissesto (il fallimento) del Comune. Solo nel 2000 il Comune di Alliste finì di essere considerato ente dissestato.Il "Dissesto" di un Comune significa obbligatorietà di innalzare al massimo previsto dalla legge la tasse e le imposte locali, fine dell'erogazione dei servizi minimi, abbrutimento urbano. Però, per evitare il "dissesto", si devono adottare i medesimi provvedimenti. Ma nella delibera della Corte dei conti si parla anche di falsificazione del rispetto dei parametri del patto di stabilità attraverso artifici contabili, (cioè, civilisticamente parlando, di "falso in bilancio"), il che significa riduzione dei trasferimenti di contributi dallo Stato. Nella delibera l'amministrazione di Alliste viene canzonata per l'uso improprio del concetto di residui attivi (cioè di presupposti di crediti vantati dal comune per oltre 1.500.000,00 euro) in dispregio delle norme giuridiche e contabili (loro che le leggi le dovrebbero conoscere a menadito!). La delibera ricorda, a loro che le leggi le dovrebbero conoscere a menadito, che, ai sensi dell'Art 23 della Costituzione, "nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non per legge", della cui esistenza già noi del gruppo SEL li avevamo spesso avvisati in Consiglio comunale, mentre loro deliberavano di imporre un gabella di 200,00 euro per "diritti di istruttoria per affrancamento dal 'livello', un istituto che è scomparso da codice civile nel 1800. La delibera dice che un paese di seimila anime non può sostenere un indebitamento 7,8 milioni di euro e fra, anticipazione di cassa e debiti scaduti liquidi ed esigibili, altri 1,8 milioni di euro, con ricorso ripetuto ad anticipazioni di tesoreria presso la banca tesoriere, i cui azionisti ringraziano. Insomma la Corte dei conti (Delibera 194/PRPS/2015), il 29 luglio scorso, ha messo una pietra tombale sull'amministrazione del sindaco A. E. Renna, eletto tale la prima volta come miglior minoranza, la seconda a furor di popolo (87%), cioè, come diceva il Maestro di Treviri, la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. Infatti le elezioni comunali del 2011 una farsa furono. Per cui oggi, di fronte a questo disastro delle finanze pubbliche, solo il 13% dei cittadini (meno dei parenti stretti della minoranza) si possono tirare indietro. La Corte dei conti aveva già ammonito l'amministrazione di A. E. Renna (leggi qui il resoconto delle deliberazioni nr, 71 del 2011 e nr. 193 del 2013 che precedono la 194 del 2015) che l'incremento di indebitamento del 77% (cioè da 4,5 milioni di euro a circa 8milioni di euro) era una follia. Ma il sindaco, in sede di dibattito, aveva maldestramente usato i bambini che frequentano le scuole come vero e proprio scudo umano della dabbenaggine finanziaria della sua amministrazione e fu bacchettato, cifre alla mano, dalla Corte. Nella delibera 194 del 2015 viene ribadito che, nonostante l'ammonimento contenuto nelle deliberazioni 71 del 2011 e 193 del 2013, non si è fatto nulla per rimettere in sesto i conti del comune. Ma noi tutti, cittadini di questo comune, sappiamo di quanto l'attuale amministrazione abbia aumentato le imposte e tasse (quasi 100% in più); quanti beni comunali siano stati svenduti; altri sono in vendita ma gli acquirenti non si faranno avanti finché non si venderà a prezzi da fallimento. Ma nonostante tutto questo la Corte rileva che lo squilibrio finanziario è tale che non esiste altra via di uscita che il dissesto. Come dire? Vi è piaciuta la bicicletta? e adesso pedalate!!! A pag. 4 della Deliberazione nr. 194/PRPS72015 del luglio del 2015 della Corte dei conti della regione Puglia si legge: "(...), qualora dalle pronunce delle Sezioni regionali di controllo della Corte dei conti emergano comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria, violazioni degli obiettivi della finanza pubblica allargata e irregolarità contabili o squilibri strutturali del bilancio dell'ente locale in grado di provocarne il dissesto finanziario e lo stesso ente non abbia adottato, entro il termine assegnato dalla Corte, le necessarie misure correttive, la competente Sezione regionale, accertato l'inadempimento, trasmette gli atti al Prefetto e alla Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica. In tal caso, ove sia accertato, entro 30 giorni dalla predetta trasmissione, da parte della competente Sezione regionale della Corte dei conti, il perdurare dell'inadempimento da parte dell'ente locale delle citate misure correttive e la sussistenza delle condizioni di cui all'art.244 del D.Lgs. n.267/2000, il Prefetto assegna al Consiglio, con lettera notificata ai singoli Consiglieri, un termine non superiore a 20 giorni per la deliberazione del dissesto. Decorso infruttuosamente il termine di cui al precedente periodo, il Prefetto nomina un commissario per la deliberazione dello stato di dissesto e dà corso alla procedura per lo scioglimento del Consiglio dell'ente ai sensi dell'art.141 del D.Lgs. n.267/2000." Oddio! per i cittadini di Alliste e di Felline non cambia nulla: o sindaco A. E. Renna o Commissario, sempre lacrime e sangue saranno. L'unica differenza è che, nel primo caso, A. E. Renna ed un seguito che governa questo comune in palese conflitto di interessi conserveranno la poltrona... ma il potere val bene un dissesto, che di quel conflitto di interessi è il frutto! Comunque leggete la delibera della Corte dei conti... fossi avvocato mi dimetterei prima che da sindaco dall'Ordine! |
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