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Comune di Alliste Comunque andrà a finire: ingiustizia è fatta!

DECADENZA CONSIGLIERA SEL:

IL PD E I “DIVERSAMENTE BERLUSCONIANI” DI ALLISTE HANNO FINALMENTE SPUTATO IL ROSPO

Sezione "Pio La Torre"

23/12/2013

SEL Alliste difficilmente dimenticherà la data del 30 novembre 2013.

Per la prima volta nella storia del Consiglio comunale si è discusso della decadenza di un consigliere. Nel caso specifico della Capogruppo dell’opposizione in consiglio comunale, tesserata a SEL.

Il 30 luglio 2013 era posto all’ordine del giorno il bilancio di previsione che, fra TARES e IMU, prevedeva una mazzolata per i cittadini. Ma in quella occasione il segretario del PD faceva cadere “a bomba” questo argomento nel consiglio comunale: la consigliera di SEL doveva decadere per sommatoria di assenze consecutive, all’insaputa dell’altro collega di partito, almeno  questo è quello che questi ci riferì.

Il dato inquietante  è che l’interrogante era componente dello stesso gruppo di opposizione della consigliera di SEL.

Altri casi di assenze prolungate e consecutive si sono verificate nel nostro Consiglio comunale, ma a nessuno è mai saltato in mente di porre il problema della decadenza.

Il consiglio del 30 novembre scorso era presieduto dal consigliere anziano, il vice-sindaco che, nel corso dei lavori, si è prodigato in qualche siparietto alla Mister Bean, perché il Presidente del Consiglio, Dott. Catamo, era assente PER INDEROGABILI MOTIVI DI LAVORO. Tale giustificazione, come è giusto che sia,  è stata accolta dal Consiglio senza batter ciglio.

Ma ad ordinare i lavori della discussione dell’ordine del giorno dedicato alla decadenza, è stato non il presidente sostituto del titolare impegnato PER INDEROGABILI MOTIVI DI LAVORO, ma il sindaco. Anche qui il regolamento parla chiaro: è il presidente del consiglio che ordina i lavori del consiglio, almeno quello! altrimenti non si capisce proprio quale funzione abbia un tale presidente!

(Leggi il verbale degli interventi dei consiglieri allegato alla delibera nr. 35 CC 2013)

Comunque, il sindaco stabilisce che a relazionare sull’argomento decadenza sia il consigliere Stamerra, autore dell’interrogazione del 30 luglio e successivamente dispone che la consigliera candidata alla decadenza produca le sue motivazioni a discarico.

Giustamente la Consigliera di SEL non ha mancato di rilevare che, per la prima volta da quando questo consiglio si è insediato, il segretario del PD di Alliste si era presentato con un intervento scritto.

Se il lettore avrà la pazienza di scorrere i 35 verbali dei consigli comunali sin qui svolti, potrà notare la religiosità del silenzio del consigliere Stamerra sulla quasi totalità degli argomenti trattati, il che non è una nostra malevolenza interpretativa ma una semplice constatazione dei fatti.

Il consigliere Stamerra, nel ringraziare la consigliera di SEL per essersi presentata come candidato sindaco ed aver consentito al centro-sinistra di Alliste di presentare una lista (altrimenti nel 2011 avremmo avuto una sola lista) - quando lui, pregato in ginocchio, perché accettasse tale ruolo aveva rifiutato- chiede al Consiglio di darle  il benservito,  non già per sommatoria di assenze, ma, addirittura, per negligenza e disinteresse. La correzione del tiro rispetto alla prima interrogazione del 30 luglio è evidente. Anche noi sappiamo leggere la giurisprudenza, che afferma che la decadenza è motivata quando un consigliere è negligente.

Tuttavia, la sola presenza, lo scaldare il banco,  come dicevano a scuola, se è requisito necessario però non è sufficiente per essere promosso. Bisogna anche studiare, dimostrare partecipazione. Insomma è necessario frequentare ma con profitto, dalle elementari fino alla laurea!

Al lettore chiediamo la cortesia di leggere i verbali dei consigli comunali, con la consapevolezza che non sprecherà molto tempo nel leggere il frutto dell’attività del Consigliere Stamerra in consiglio. Oltre a qualche assenza non consecutiva, ma distribuita, il lettore potrà sincerarsi di prima mano,  a parte l’attacco indegno alla consigliera di SEL, come l’attività consigliare del nostro si sia limitata a qualche interrogazione sulle pietre dietro al suo ufficio e la preoccupazione per le scarse entrate da pubbliche affissioni, che lui, per incrementare, vorrebbe che il comune di Alliste le affidasse ad una ditta esterna, immaginiamo anche che ne abbia in mente una!

Il lettore, che vorrà leggere gli interventi in consiglio comunale, giudicherà chi è negligente e chi invece no; giudicherà chi ha scaldato il banco e chi invece ha preso parte attiva e dimostrato conoscenza dell’argomento in discussione.

Tuttavia non sfugge, a chi conosce i meccanismi dei consigli comunali, che l’argomento della decadenza della consigliera di SEL era stato posto alla fine dell’ordine del giorno del consiglio. La logica avrebbe voluto che l’argomento fosse stato posto al primo punto dell’ordine del giorno e magari al secondo prevedere l’eventuale surroga e la presenza in aula del surrogante.

Eravamo rimasti alla relazione SCRITTA del segretario PD che ribadiva la volontà di sbattere fuori dal consiglio comunale la consigliera di SEL, cambiando motivazioni alla sua richiesta. La nostra consigliera nel suo intervento dichiarava che le sue assenze erano state determinate dal SUO LAVORO di libera professionista che è in giro per l’Italia, che non ha un preciso orario di lavoro, né un datore di lavoro che ne possa giustificare le assenze, and the last but not the least, dal fatto che almeno due consigli le erano stati notificati NON COME IL REGOLAMENTO PREVEDE. Il sindaco, che ha ritenuto questa precisazione della Consigliera arrogante, non conosce la storia del consiglio comunale di Alliste. Negli anni ’70 il monocolore DC che governava Alliste, spediva a ripetizione convocazioni dei consigli comunali a qualsiasi ora del giorno e della notte, per discutere l’approvazione del PRG, argomento quanto mai spinoso. I due o tre consiglieri del PCI che erano residenti in paesi vicini ad Alliste al messo notificatore, inviato per notificare a tutti i costi la convocazione del Consiglio comunale, ripetevano che lui non aveva alcun potere di notificare la convocazione fuori dai confini del comune. Fu anche grazie a questa “resistenza” che i consiglieri del PCI evitarono che si discutesse e che quindi sicuramente si approvasse un PRG-porcata.

Dopo aver ridetto quanto già aveva scritto al Presidente del consiglio nella sua lettera, cioè che le sue assenze erano causate dal suo lavoro, la consigliera continuava argomentando con motivazioni specificamente di carattere politico. Più volte aveva chiesto che i capigruppo concordassero di massima le date dei consigli comunali, e poneva anche una questione di carattere più generale: dov’è scritto che una lavoratrice che va a cercare il lavoro, laddove il lavoro c’è, non possa anche partecipare alla vita politica del suo paese natale? Nel dire questo nella sua lettera, indirizzata al presidente del consiglio, citava gli articoli della Costituzione in cui si dice che la Repubblica deve rendere effettivo il diritto del lavoratore/trice a partecipare alla vita politica.
Durante il suo prolisso intervento il sindaco scuoteva questa lettera fra le mani, tacciandola di arroganza, con l’evidente pulsione di buttarla per aria, gesto che fra l’altro che non gli è nuovo, avendo una volta buttato in aria un manifesto firmato dal PD di Alliste e prodotto in aula per svillaneggiare il segretario del PD.

Le motivazioni di tutto quanto si capiranno dall’intervento del sindaco, sostituto del sostituto del presidente del consiglio, il quale, dopo Stamerra e Coi, chiede  a se stesso di “prendere la parola per un attimino” e invece si prodiga in uno di quei soliloqui che tanto piacciano a lui, con tanto di citazioni.

Il sindaco, nel dare l’interpretazione autentica dell’interrogazione del Segretario del PD, e nel non ritenere congrua la giustificazione (IL LAVORO), mentre in apertura della seduta la stessa motivazione era stata ritenuta congrua per giustificare l’assenza del consigliere di maggioranza Dott. Catamo, finalmente sputa il rospo. Il sindaco dice che quel misero 13% che rappresenta l’opposizione si è logorato per via “della politica del disprezzo, dell’arroganza, delle dichiarazioni sferzanti, che forse non corrispondono al pensiero di voi altri due” (i due consiglieri di SEL Colaci e Coi- ndr).

La domanda è: se questa politica non corrisponde al pensiero di “loro altri due” a quella di chi corrisponde?

Quindi,   argomenta il sindaco,  il PD con questa interrogazione intende allontanarsi da questa politica per logorio,  che non è nemmeno causato dai due poveretti (consiglieri di SEL), perché strumento inconsapevole nelle mani di… e qui quel nome non viene mai fuori.

E giù per almeno un paio di quarti d’ora a dare dei cretini ai consiglieri di SEL soggiogati da colui il quale sembra non avere un nome, se non facendo un cenno en passant alla sua  carica. Quindi, dice ancora il sindaco, a tanto vi siete ridotti, miserabili rappresentanti del 13%, perché date retta a colui che vi ha fatto il lavaggio di cervello. Dunque, non di negligenza si tratta ma di assoggettamento! A tal proposito se il lettore vorrà leggere i verbali del consiglio comunale vedrà chi è nella maggioranza che relaziona e risponde per tutti gli assessorati.

Ad un certo punto, quando il sindaco era ormai in preda all’orgasmo delle invettive, la consigliera di SEL, soffocata da tanta arroganza e dalla falsa descrizione della sua personalità (perché di questo si è trattato in quel consiglio comunale: della personalità dei consiglieri di SEL)  decide di concedersi un momento di indignazione e decide di uscire dall’aula. Qualcuno chiede la sospensione momentanea della seduta.

Nella nostra Sezione c’è chi ha partecipato ai consigli comunali in qualità di consigliere o come semplice cittadino anche nei periodi della più feroce contrapposizione ideologica, ma mai avevamo visto qualcosa che assomigliasse a questo: l’offesa personale quale argomentazione per confutare le posizioni di un consigliere che non rappresenta solo se stesso, ma un partito.

A seguire i lavori del consiglio del 30 novembre erano presenti, e ovviamente non per caso, ma per precisa indicazione della nostra sezione, nel caso in cui fossero da prendere delle decisioni ad horas, il segretario e il presidente del Collegio di garanzia. In sezione sapevamo già quale china avrebbe preso la discussione (perché ormai il copione che da sette anni recita questa maggioranza è sempre lo stesso), ne avevamo parlato in sede di pre-consiglio studiando gli argomenti (così funziona il nostro partito).

Ci sta che qualcuno dica a qualcuno dei nostri rappresentati “il tuo partito sta dicendo fesserie”. Non ci sta in alcun modo che qualcuno dica “ma non ti accorgi che il tuo partito ti sta prendendo per il c… perché ti considera imbecille”. Questo, sin dalla campagna elettorale, è stato il leit-motiv ripetuto con ossessione dal sindaco. Per questo motivo ritenendo la misura ormai colma, il consigliere Colaci di SEL, rientrando in aula, dichiara che, dopo quanto è successo, il gruppo di SEL ha deciso di dimettersi dal consiglio comunale. Di questa dichiarazione del Consigliere Colaci, chissà perché, non vi è traccia nel verbale del consiglio. Ma, a seguito di questa dichiarazione, si scatena un’altra bagarre. L’assessore Scanderebech si avvicina al consigliere Colaci e gli sussurra: “Ci è statu iddhu ca ahie tittu cu ‘be dimettiti?”

Il sindaco sbrocca e  tira fuori, non il nome, ma  la funzione che ricopre “l’Innominato” che tiene in “ostaggio” i due consiglieri di SEL: “Io sto cercando di dire: fermo restando che rimane il problema politico che ho qui sollevato...  Colaci, tu sai che mi sto riferendo ad un episodio dell’altra settimana, dove io e te avevamo parlato di una certa cosa, ci lamentavamo di determinate cose, di come... ma è una questione privata. Perché, invece... Perché la politica purtroppo adesso si sta svolgendo su facebook... E quindi, quello che ci diciamo tra consiglieri, poi interviene il segretario di questo (rectius; del vostro) partito che smentisce addirittura le partite concordate con i consiglieri. Ma questo è un altro modo. E poi magari lo chiariremo.”

Ovviamente, il consigliere Colaci ha detto di aver parlato con il sindaco, ma di non aver concordato “alcuna partita”, locuzione quanto mai inquietante. Se poi il sindaco  scambia un colloquio per un accordo, che non si capisce quale sarebbe (Questione privata? e cosa centra il partito?) questo è affar suo e porterebbe di filato a dire che quando si parla con certe persone bisogna prestare la massima attenzione!

Anche il segretario del PD coglie l’occasione per dire alla Consigliera di SEL, ma dicendolo a lavori del consiglio ripresi (neanche di questo v’è menzione nel verbale) “è il tuo segretario la causa di tutto questo!”

Né negligenza, né assenze dunque, ma  solo vendetta trasversale verso  il rappresentante di un partito, l’unico organizzato ad Alliste, (che dovrebbe “raggiare, raggiare, raggiare o schiattare, schiattare, schiattare”, nevvero Stamerra!?) che insieme a qualche altro cittadino si consente il privilegio di dire che Alliste non è il migliore dei paesi possibili, come certa stampa descrive.

Riteniamo che la maggioranza, non senza travaglio interno, fosse orientata a non  votare la decadenza della nostra consigliera. Però l’occasione era ghiotta, ancora una volta, per tentare di sconquassare l’unica forza politica che esiste nel nostro Comune, ripetendo ossessivamente la falsa rappresentazione di ciò che accade in un partito, laddove si discute, si condivide e si vota la linea politica da tenere. Per essi tutto ciò è “assoggettamento” ai voleri di uno. Coi e Colaci hanno un problema agli occhi del sindaco, ma anche del PD: hanno un partito dietro, che ha i suoi organismi espressi da libere e vere assemblee.

Inutile che il sindaco faccia riferimento ad accordi fra consiglieri e che comunque il nostro consigliere Colaci non ha mai preso con lui. Nessuno, nemmeno il segretario è autorizzato a spendere il nome del partito e a prendere decisioni se non sono frutto dell’analisi collettiva che viene svolta all’interno della Sezione, attraverso i suoi organismi (Assemblea degli Iscritti, Segreteria e Collegio di Garanzia).

Inutile che il sindaco insista nel dire che noi siamo arroganti.  Noi nelle case, in campagna elettorale, parlando privatamente con i cittadini, pubblicamente nei consigli comunali, dove le nostre dichiarazioni sono state registrate, nei comizi e, da ultimo, su questo sito abbiamo sempre detto, scritto e descritto fatti suffragati da atti.

La nostra opposizione l’abbiamo fatta dicendo quello che pensavamo non solo su questo sito, ma anche su interviste, richiesteci e concesse, sui giornali che hanno maggior tiratura nella nostra provincia.

Possono gridare ai quattro venti, ma, all’atto pratico, nessuno ci può dire che quello che noi riferiamo  non sia il frutto di atti riscontabili.

Non potendo controbattere alle nostre critiche con argomenti che le possano confutare, essi continuano a ripete, all’unisono con il PD, che siamo sferzanti, arroganti, e via dicendo in una irrefrenabile diarroica  evacuazione di contumelie.

Essi sono abituati a compiacersi specchiandosi nelle pagine patinate di qualche giornale a diffusione gratuita che descrivere Alliste come il Paese delle Meraviglie, tutto lustrini e paillettes. Non sono allenati alle regole della democrazia, non si rassegnano al fatto che esistono delle persone che sono libere e che sfuggono al loro potere di controllo.

Noi siamo qui, le cose per le quali ci chiamate arroganti e sferzanti sono scritte. Se le ritenete diffamanti e non veritiere potete, come avete già fatto nei confronti di un rispettabile Cittadino che ha avuto l’ardire di criticarvi e per questo motivo si è visto svillaneggiato, proprio come la nostra Consigliera, sui vostri manifesti e durante i Consigli comunali e persino trascinato in tribunale,  non vi resta che sporgere querela.

Noi non abbiamo nulla da temere, non abbiamo nulla da nascondere, non abbiamo nulla da chiedervi offrendovi in cambio il nostro silenzio; se qualcuno deciderà di portarci di fronte ad un giudice, sia come indagati che come testimoni, noi ci andremo senza accampare problemi di famiglia (!), in una parola non ci fate assolutamente paura, nonostante il vostro 87%!

“Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,

buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;

godetevi il successo, godete finché dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura

e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l'ignoranza dei primi della classe.

Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.

Gli orpelli? L'arrivismo? All'amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco!

Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,

venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false

che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte

tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.

Non me ne frega niente se anch'io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;

coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco!” [Guccini]

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